Ungheria, elezioni: conservatori al secondo turno verso maggioranza dei due terzi

Pubblicato il 12 Aprile 2010 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA

Dopo la vittoria schiacciante del partito conservatore Fidesz al primo turno alle elezioni ieri in Ungheria, gli esperti ipotizzano oggi i possibili scenari e danno per scontata la prospettiva che il partito dell’ex premier Viktor Orban conquisterà al secondo turno il 25 aprile una maggioranza dei due terzi nel futuro Parlamento, cioé 258 seggi su 386.

Nelle circoscrizioni a maggioritario, ce ne sono ancora 57 da decidere, e in 55 su 57 circoscrizioni, il candidato di Fidesz è al primo posto. Fidesz dovrebbe conquistare almeno 52 di queste circoscrizioni per avere la maggioranza desiderata. Un governo monocolore Fidesz è comunque scontato, ma con almeno 258 deputati il futuro partito di governo avrebbe un potere assoluto nei termini della Costituzione, con facoltà di cambiare la Costituzione stessa, la legge elettorale, o riformare il sistema amministrativo del Paese (Parlamento, regioni, province), passaggio necessario questo per aumentarne l’efficienza e tagliare le spese.

Anche senza una maggioranza dei due terzi, Fidesz, con l’aiuto del nuovo partito Lmp (Politica diversa) – entrato in Parlamento col 7,5% e pronto, stando ai suoi leader, a dare una mano – può comunque avviare profonde riforme strutturali nei settori sanità, istruzione, fisco, sociale. Riforme tutte necessarie per risanare i conti pubblici.

Secondo gli analisti, la principale posta in gioco dopo il voto sarà proprio la politica economica e sociale che vorrà portare avanti Orban, passando dalla fase delle promesse elettorali alla realtà del governo. Il 25 aprile, al secondo turno, sarà decisa in totale la sorte di 121 mandati (57 maggioritari e 64 proporzionali su liste nazionali). Il partito socialista (Mszp), al governo per otto anni e sanzionato duramente dal voto di ieri (più che dimezzato al 19,3% dei voti), rimarrà comunque il secondo partito. La leader Ildiko Lendvai, riconoscendo la sconfitta, ha parlato di una responsabilità nuova per il suo partito, di fare una opposizione costruttiva e difendere i valori democratici. «Dovremo riorganizzare la sinistra», ha detto anche Attila Mestrehazy, capolista socialista congratulatosi con Orban.

Un fattore nuovo è la forte presenza in Parlamento dell’estrema destra del partito Jobbik, che ha aumentato ancora il suo consenso anche rispetto alle europee del giugno scorso, ottenendo il 16,7% (14,9% a giugno), ma senza scalzare, come sperava, i socialisti dal secondo posto.

Gli esperti sono divisi sulla previsione se il partito di Gabor Vona seguirà in Parlamento una politica di dura opposizione, spingendo Fidesz verso il radicalismo, oppure se sceglierà una linea morbida di compromesso.

Si dimette presidente del foro democratico. Si è dimessa la presidente del partito Foro democratico (Mdf) ungherese in conseguenza della sconfitta elettorale di ieri. Ibolya David ha annunciato oggi le dimissioni, riconoscendo che il messaggio del suo partito non è arrivato agli elettori. Mdf ha ottenuto solo il 2,4% alle elezioni di ieri, rimanendo sotto la soglia del 5%, e non entrando così nel nuovo parlamento.

Il partito centrista era stato uno dei principali protagonisti della svolta democratica del paese nel 1989; ha vinto le prime elezioni democratiche, e con Jozsef Antall ha avuto il primo premier eletto democraticamente in Ungheria nel 1990. Dopo i liberali (Szdsz), che non si sono nemmeno presentati a queste ultime consultazioni, con i centristi se ne é andato anche l’altro protagonista della svolta democratica di 20 anni fa.