Ungheria sfida la Ue: referendum su quote migranti 2 ottobre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2016 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA
Ungheria sfida la Ue: referendum su quote migranti 2 ottobre

Ungheria sfida la Ue: referendum su quote migranti 2 ottobre

ROMA – Ungheria sfida la Ue: referendum sui migranti il 2 ottobre. L’Ungheria ha indetto per il 2 ottobre un referendum per decidere se accettare migranti giunti in altri paesi dell’Unione europea, in base ad un sistema di quote. I piano europeo di gestione e ricollocamento dei profughi è inviso al premier ungherese Viktor Orban. Un eventuale no- e dal momento che un sentimento generale anti-immigrati è maggioritario, molto probabile – rappresenterebbe un’altra sfida alla Ue e una minaccia alla costruzione unitaria, specie dopo il referendum che ha sancito la Brexit britannica.

Gli ungheresi saranno chiamati a rispondere a questa domanda: “Volete che l’Unione Europea decida una ricollocazione obbligatoria dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l’approvazione del Parlamento ungherese?”, quesito che plasticamente evoca la volontà di riappropriarsi di un pezzo importante di sovranità nazionale. Ma anche il segno, e forse il precedente, perché gli stati membri si presentino a ranghi sciolti ad affrontare il tema dell’immigrazione. Secondo quanto annunciato dal ministero, la pressione migratoria continua in Ungheria, con più di 22 mila richieste di asilo presentate dall’inizio dell’anno.

Il partito socialista ungherese Mszp, tre volte al governo fino al 2010, al suo congresso annuale ha scelto un nuovo presidente: si tratta di Gyula Molnar, ex deputato e sindaco di un distretto della capitale. Molnar, 55 anni, promette di allargare le intese del partito con organizzazioni della società civile e i sindacati per aumentare il consenso, caduto all’ 11-12% dopo due sconfitte elettorali che hanno relegato la sua formazione al terzo posto dopo il Fidesz del premier Viktor Orban e l’estremista Jobbik. I socialisti cercano di accreditarsi come guida delle forze democratiche che si oppongono all’autoritarismo di Orban, ma alcuni partiti (centristi, liberali, verdi) rifiutano questa leadership. Questi attriti sono la principale causa della disaffezione nei confronti dei partiti rilevabile nella società ungherese.