Ambrosoli, Monti: “No voto utile. Votare Albertini per fermare la Lega”

Pubblicato il 10 Febbraio 2013 - 11:03| Aggiornato il 15 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA  – Dopo due giorni di notizie e smentite Mario Monti entra nel merito della questione voto disgiunto in Lombardia: ”Non condivido la logica del cosiddetto voto utile o inutile e quindi auspico che coloro che voteranno Scelta Civica alla Camera e Senato votino Albertini”, ha detto al TgCom 24 il presidente del Consiglio. “E’ un disegno coerente per non avere la Lega al governo della Lombardia”.

La questione era nata con l’appoggio di Ilaria Borletti Buitoni, capolista di Monti alla Camera, ad Umberto Ambrosoli candidato alla Regione Lombardia, nonostante il candidato di Lista Civica fosse, appunto, Gabriele Albertini.

L’endorsement della Buitoni aveva riscosso successo tra molti montiani, anche se lo spin doctor Mario Sechi aveva chiarito che Monti non era con Ambrosoli. Domenica la presa di posizione del diretto interessato.

Monti attacca Silvio Berlusconi: in Europa, sostiene il presidente del Consiglio, temono il ritorno di Berlusconi, perché ”ne hanno avuto abbastanza di un’Italia che rischia, con la fragilità politica, l’incapacità di decidere e la indisciplina finanziaria, di mettere ancora a rischio se stessa, l’Eurozona e l’Europa”.

Il professore ne ha anche per Pier Luigi Bersani, e lo riprende per aver bollato come “vittoria di Pirro” quella ottenuta a Bruxelles: ‘‘E’ un po’ infantile parlare di vittoria di Pirro perché è chiaro che ognuno ha interesse” a rivendicare una vittoria nel proprio Paese. Alle critiche dei partiti per il risultato del vertice europeo sul bilancio, Monti ha risposto: ”I risultati in Europa dello statista Berlusconi li abbiamo conosciuti, quelli di Bersani non li conosciamo e comunque è un po’ infantile dire ‘siccome Cameron è contento deve essere stata una vittoria di Pirro’ perché è chiaro che ognuno ha la tendenza a presentare nel proprio Paese gli aspetti positivi del risultato, ma poi sono i numeri che contano e il risultato è evidente: siamo l’unico contributore netto, insieme al Belgio, a ridurre il contributo netto di cinque miliardi in sette anni e gli unici ad accrescere i fondi per la politica per la coesione. E’ un risultato interamente positivo per l’Italia, ma non sul piano europeo e noi lo abbiamo criticato” chiedendo che ci fosse ”un bilancio più ampio e più adeguato alle esigenze di crescita”.

Riferito a Nichi Vendola e Stefano Fassina, poi, Monti avverte il Pd che può scordarsi che noi possiamo dare un apporto a una maggioranza e a un governo se non prevarranno posizioni di riforma e di proseguimento delle riforme anche nel mercato del lavoro”.

Tra le prime misure da varare in caso di vittoria nel primo Consiglio dei Ministri Monti enumera: “un disegno di legge costituzionale per dimezzare il numero dei parlamentari e per riformare Titolo V della Costituzione. Ma anche dei provvedimenti rapidi per ravvivare l’industria”.