“Bella Ciao”? I comunisti a “Giovinezza” contrapponevano “L’Internazionale”. Cronaca del 1925

Pubblicato il 4 Novembre 2010 - 18:39 OLTRE 6 MESI FA
benito mussolini

Benito Mussolini

La proposta di far cantare “Giovinezza” e “Bella Ciao” al Festival di Sanremo ha spostato il dibattito “canoro” sul piano politico. Alcuni hanno parlato di revisionismo, altri hanno detto che così viene minimizzata la storia d’Italia.

Nessuno ha però parlato dell’errore storico fatto da Gianni Morandi che aveva spiegato: “Terremo conto della sensibilità di tutti”. Il cantante (che però adesso vestirà i panni del conduttore della kermesse) alludeva probabilmente a destra e sinistra, a fascisti e comunisti. Ed è qui che c’è l’inghippo.

Se “Giovinezza” era effettivamente il motivo cantato dai fascisti durante gli anni del regime mussoliniano, non si può dire che il “contraltare” fosse “Bella Ciao”: quest’ultimo era il canto composto in onore dei partigiani, quindi è da collocarsi dopo la fine del fascismo. Invece durante il Ventennio i comunisti, se volevano differenziarsi dalle “camicie nere”, fischiavano o canticchiavano “L’Internazionale”.

Prova ne sono le cronache di quei giorni: un articolo de La Stampa, pubblicato il 27 marzo 1925, racconta un episodio avvenuto alla Camera dei Deputati. L’articolo, intitolato “Mussolini alla Camera”, racconta l’assalto (che da verbale diventò anche fisico) dei deputati fascisti nei confronti dei loro “onorevoli colleghi”.

Tutto cominciò con l’ingresso di Mussolini in Aula. Il 22 marzo c’erano state le elezioni amministrative e le opposizioni avevano denunciato il clima intimidatorio creato dalle “squadracce” del Duce. Per questo l’intervento di Mussolini aveva creato molta attesa tra i deputati. Appena entrò in Aula, i suoi “seguaci” intonarono “Giovinezza” e cominciarono a urlare “Viva il fascismo”. I deputati comunisti, che erano solo 7, risposero sulle note de “L’Internazionale” e contrapposero lo slogan “Viva il comunismo”. I fascisti a questo punto si scagliarono fisicamente sui loro rivali politici, provocando una zuffa, sedata a fatica, all’interno del Parlamento.

La Stampa commentò con grande cautela l’episodio: “Il gesto compiuto dai comunisti, opponendo il canto dell”Internazionale’ a quello di ‘Giovinezza’ e il grido di ‘Viva il comunismo!’ a quello di ‘Viva il fascismo!’ è stato intempestivo ed inopportuno”. Tuttavia l’autore dell’articolo ammise che “con altrettanta obbiettività bisogna riconoscere che una assemblea politica non è più un’assemblea politica se non si ammette che in essa si verifichino contrasti e nette antitesi. E’ anzi questo il presupposto fondamentale della esistenza di ogni assemblea politica”.

Comunque sia, l’episodio dimostra quanto sia stato inopportuno, almeno per onestà intellettuale l’intervento da “storiografo improvvisato” di Gianni Morandi. Al quale è sicuramente molto più congeniale il ruolo di cantante.

Leggete qui l’articolo completo de La Stampa con la cronaca della seduta parlamentare.