Berlusconi, la crisi sparita. Medici pietosi e… piaga purulenta?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

La crisi sembra sparita. Sottoposta alle cure di molti medici pietosi. Ne resteranno, come dice il proverbio, “piaghe purulente”? La politica ufficiale e ufficiosa, insomma quel che dicono in pubblico e pensano in privato uomini e donne dei partiti, ora pronostica che Berlusconi otterrà la fiducia alle Camere il 14 dicembre. Fiducia al Senato, ed era nell’ordine delle cose e dei numeri dei senatori in campo. Fiducia anche alla Camera, e solo una settimana fa sembrava impossibile, numeri dei deputati alla mano. Ma i numeri sono cambiati, stanno cambiando, a favore di Berlusconi. Molti deputati del gruppo misto, forse quaòlche deputato radicale eletto nelle liste del Pd, perfino qualcuno di Fli potrebbero quel giorno in un modo o nell’altro non votare No al governo che c’è e quindi assegnare a Berlusconi la vittoria.

Che la crisi di governo stia svanendo ed evaporando lo hanno segnalato sia Fini che Casini. Il primo con la sua ritirata sul fronte della “responsabilità”. Di per sè una frase “neutra”. Se non fosse che appena qualche giorno prima Fini aveva detto chiaro e tondo a Bossi e al paese che Berlusconi si doveva dimettere. Il passaggio dalla richiesta di dimissioni alla richiesta di “responsabilità” è tutt’altro che neutro. Significa che Fini dubita di poter far dimettere Berlusconi a suon di voti parlamentari. Poi è arrivato Casini a dire che di entrare nel governo Berlusconi che c’è non se ne parla, ma se Berlusconi fa un altro governo, allora l’Udc si “siede al tavolo”. Anche Casini aveva concordato con Fini che il primo passo dovevano essere le dimissioni di Berlusconi. Era stata questa la trincea dell’appena battezzato “terzo polo” tra Fini, Casini, Rutelli e Lombardo. Adesso la trincea delle dimissioni è stata in fretta evacuata. Insomma la politica alla crisi di dicembre del governo Berlusconi non ci crede più.

Ci credono ancora invece quelli che finora hanno risposto al sondaggio di Blitz: solo per il 35 per cento Berlusconi è sul punto di “risorgere”, il 65 per cento continua a vederlo “bollito”. Solo il 38 per cento pensa che il 14 dicembre Berlusconi verrà “confermato” e non sfiduciato dalle Camere. Il 45 per cento pensa non tornerà a governare dopo la crisi e il 47 per cento stima che Berlusconi perderebbe elezioni anticipate. Un altrio 17 per cento pensa le “pareggierebbe”, la vittoria in consultazioni anticipate gli viene assegnata dal 36 per cento delle risposte. La politica, i fatti della politica, parlano un linguaggio diverso e opposto da quello degli umori registrati dal sondaggio. Certo, non tutto ancora è deciso: il caso Carfagna, l’immondizia che sommerge Napoli, le motivazioni della condanna di Dell’Utri…Tutti colpi al premier. Ma colpi che non sembrano scuotere il Parlamento. Lì arrivano attutiti, la crisi sta svanendo.

Medici pietosi, volontari e involontari, sarebbero la crisi, finanziaria stavolta, che l’Europa sta affrontando. E la prudenza, anzi qualcosa di più, di Napolitano. E la capacità di convinzione e attrazione di Berlusconi sui parlamentari. E la paura “nobile” di una crisi al buio, cioè senza soluzioni preparate in precedenza e la più prosaica paura di non essere rieletti se si vota. Davvero è così, davvero sono stati questi i dottori che hanno curato la crisi? Della funzione terapeutica del primo “medico”, la crisi finanziaria europea, è lecito dubitare. Si dice abbia funzionato da antidoto alla crisi perchè un paese con in corso una crisi di governo, un possibile scioglimento delle Camere e quindi elezioni, sarebbe rimasto paralizzato e indifeso sui mercati finanziari. Cioè chi compra i titoli di Stato italiani avrebbe calcolato in rialzo il “rischio Italia” e quindi rimandato l’acquisto o chiesto tassi di interessi più alti. Sembra ovvio, ma ovvio non è: bisogna mettersi d’accordo con se stessi. Se si sostiene che l’Italia ha “spalle larghe” per convincere i mercati, “larghe” al punto da sostenere un debito pubblico vicino al 119 per cento del Pil, allora queste spalle larghe possono sostenere anche una crisi politiche ed elezioni anticipate. E poi i mercato sono spessi nervosi ma non certo ottusamente miopi. I mercati dovrebbero sentirsi spaventati da una crisi e rassicurati da un governo che continua con due, tre, quattro voti di maggioranza che il 14 dicembre ci sono e il 15 chissà? Mercati rassicurati dalla prospettiva che un governo e una maggioranza così siano in grado e i più adatti a sostenere a loro volta il peso di 30 miliadi di manovra economica che l’Italia dovrà fare a primavera 2011? No, anche se piace a molti sostenerlo, non è stato questo il “medico” che ha curato la crisi.

Secondo “medico” accreditato, almeno nella funzione di distributore e somministratore di “antipiretico” alla febbre di crisi: Napolitano. Il capo dello Stato avrebbe mostrato di preferire il governo che c’è al “caos” politico che arriva. Davvero? Non tanto e non proprio: le “preferenze” di Napolitano sono spesso invocate, talvolta inventate. Napolitano ha solo visto quel che finora c’è sulla scacchiera. E sulla scacchiera ci sono solo il governo Berlusconi, quello che c’è, e le elezioni anticipate. Il vero “medico” intervenuto a favore di Berlusconi è stato finora Berlusconi stesso: è lui che l’ha messa così e nessuno ha voluto o potuto smentirlo nei fatti. Non il fantomatico governo tecnico cui si è impiccato il Pd, ora è rimasto l’unico Bersani a proporlo. Non il Berlusconi-bis le cui chiavi sono nelle mani di Bossi ma Bossi quella chiave non vuole farla girare. Domani magari, magari con Tremonti premier, domani ma non oggi.

I “medici” sono stati l’esitazione di Fini e Casini di fronte alla prospettiva di accettare il “rilancio” di Berlusconi e cioè le elezioni. E il “non mi dimetto” di Berlusconi stesso, il suo fermo comnadamento a non smettere neanche un minuto di essere presidente del Consiglio a salvaguardia personale dallo “accanimento giudiziario”. Se la crisi svanisce davvero è perchè Fini e Casini non si fidano della loro forza, perchè Berlusconi non vuole restare senza scudo giudiziario, perchè Bossi vuole incassare tutto l’incassabile prima di inaugurare un nuovo mazzo di carte politiche. E perchè un bel po’ di deputati viaggia di qua e di là. Nessun scandalo, nei Parlamenti succede sempre e i Parlamenti esistono anche per questo, per formare e cambiare maggioranze. Forse Berlusconi ha “comprato” qualche parlamentare. Ma non ci sarebbe stato mercato se chi voleva la crisi della crisi non avesse preso paura.

Quindi pronostico al 22 novembre dice che la crisi svanisce, Berlusconi vince il 14 dicembre e il governo resta. Resta un governo con una maggioranza parlamentare che appare e scompare. Appare quando il rischio è quello di andare a votare. Scompare quando si tratta di fare leggi che non siano di spesa. Come dice il proverbio: “medici pietosi e piaga purulenta”.