Berlusconi rompe il silenzio dalle tv amiche: “Turbato dalle bandiere rosse a Milano”

Silvio Berlusconi

MILANO – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rompe il silenzio e sfodera la sua arma segreta, le apparizioni nei tg serali amici. Il primo a mandare in onda la risposta di Berlusconi dopo la sconfitta nelle amministrative è stato, per ragioni di orario, Studio Aperto. “Non consegneremo Milano agli estremisti – ha cominciato il premier – Sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e leader del Pdl”.

”Sono convinto che tanti milanesi come me sono rimasti turbati dalle bandiere rosse dei centri sociali che hanno festeggiato il risultato del primo turno a Milano. Sono convinto che i milanesi non vogliono che Milano vada in mano agli estremisti della sinistra”. “Vede – ha spiegato il premier – tanti milanesi come me sono rimasti turbati dalla visione di quelle bandiere rosse con la falce e il martello dei centri sociali che sono dilagati nelle nostre strade e nelle nostre piazze per festeggiare i risultati del primo turno. Credo davvero che siano la maggioranza dei milanesi, i milanesi che non vogliono che la loro Milano non sia consegnata all’estrema sinistra”.

Il tema ricorrente è comunque quello degli estremisti: ”Il dato di Milano ci dice che i milanesi non hanno premiato nè il Pd nè il Terzo Polo: il risultato vero è che il Pdl resta il primo partito in Italia e che alleanza Pdl-Lega è l’unica in grado di esprimere un governo stabile e credibile. A sinistra predominano gli estremisti e dunque non c’è nessuna possibilità che esista una maggioranza alternativa alla nostra. Leggendo il programma della sinistra sembrerebbe quasi si voglia far diventare Milano la Stalingrado d’Italia”, ha analizzato Berlusconi.

“Da milanese dico che i miei concittadini, che sono persone concrete, sapranno scegliere fra quello che ha fatto e che garantisce di fare la giunta Moratti e il rischioso programma della sinistra. La giunta Moratti – ha aggiunto Berlusconi – sta portando avanti un piano per 30 mila nuovi alloggi a condizioni di favore per i ceti più deboli e realizzerà 3 milioni di metri quadrati di verde in più senza costi per la collettività, un piano che verrebbe cancellato se vincesse la sinistra. L’expo è un’opportunità di lavoro per decine di migliaia di persone e grazie all’expo stanno già avanzando due nuove linee della metropolitana. Eppure – ha concluso – all’interno della sinistra ci sono i comitati del ‘no’ all’Expo e quindi che fine farebbe con loro questa grande occasione per Milano?”.

Un augurio alla Moratti. ”Ho parlato a lungo con Letizia, mi sembra molto determinata a recuperare il risultato di Milano. Vuole parlare con i cittadini di Milano per spiegare tutte le cose che sono state fatte. Verrà presentato presto l’elenco delle 100 cose fatte e delle 100 cose da fare per Milano. La Moratti vuole togliere l’ecopass mentre il suo avversario (in tutta l’intervista non fa mai il nome di Giuliano Pisapia) non solo lo vuole lasciare, ma addirittura lo vuole aumentare”. Pisapia ha però fatto notare che l’ecopass a Milano fu un’idea della stessa Moratti.

Il lungo servizio posto ovviamente in apertura del giornale è presentato nella consueta forma “regale”. L’intervistatore è in bilico su una sediolina, quasi in penombra. Berlusconi, dietro la scrivania, viene invece illuminato da un fascio di luce accecante. Alla sua sinistra occhieggia lo scudo pidiellino.

Poi su Napoli. Il candidato Idv Luigi De Magistris ”è una semplice copertura del vecchio sistema di potere e di clientele che ha governato per 18 anni. A Napoli il Pdl ha avuto un buon risultato e Lettieri – afferma il premier – è un imprenditore che può favorire la soluzione a problemi come quello dei rifiuti e per far tornare Napoli ad essere una capitale europea”.

Non  sono mancate le accuse al Fli di Gianfranco Fini: “Le elezioni amministrative sono state il certificato di irrilevanza del Terzo polo”. Ed anche quelle, naturalmente, al Pd: “Trovo paradossale che il Pd canti vittoria quando invece ha perso il 5% rispetto alle precedenti elezioni comunali”.

Berlusconi non si vedeva nè si sentiva praticamente da lunedì, giorno della sconfitta del Pdl, ma anche giorno in cui il premier si era presentato in Tribunale a Milano per il processo Mills. Da quel giorno si è attesa per giorni la sua risposta, il suo commento dopo la debacle del suo partito, specie nella Milano made Pdl-Lega. Alla fine Berlusconi ha scelto un comunicato in onda su Studio Aperto, Tg5, Tg4, Rai1 e Rai2, praticamente un’intervista a reti unificate. Un modo di pubblicizzare la sua visione che ha scatenato polemiche, in particolare quella di Bersani: “Nemmeno in Bielorussia si vedono certe cose. Se Berlusconi vuole discutere delle elezioni venga a fare un confronto televisivo con me, io sono disponibilissimo”.

“Berlusconi utilizza la maggior parte dei telegiornali nazionali come megafoni della sua propaganda elettorale”. Incalza il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. “Già il 10 maggio scorso l’Agcom, su denuncia delle opposizioni, aveva rilevato una sovraesposizione e uno squilibrio a favore del Presidente del Consiglio, multando il Tg1”, aggiunge l’ex pm. “La misura è colma. L’Agcom – sostiene -, di fronte all’offensiva programmata verso i telegiornali, si attivi immediatamente ed eserciti una rigorosa vigilanza in modo da consentire un rapido riequilibrio delle presenze televisive di Berlusconi. Se questo non fosse tecnicamente possibile per l’esiguitá dei tempi a disposizione per il riequilibrio, noi chiediamo, oltre alle sanzioni pecuniarie, la sospensione temporanea delle trasmissioni responsabili delle violazioni”.

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