Berlusconi sente “moglie” e scatta: “Giornalisti avvelenatori”

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 17:50 OLTRE 6 MESI FA

Interno giorno nella conferenza stampa bilaterale a Gerusalemme tra Silvio Berlusconi e Benyamin Netanyahu per la firma dell’accordo bilaterale tra Italia e Israele. Un giornalista israelinao alza la mano e chiede al suo premier su un eventuale coinvolgimento di sua moglie nella scelta di un ambasciatore all’Onu.

Basta la parola “moglie” per far drizzare le orecchie a Berlusconi. Il Cavaliere scatta e impedisce a Netanyahu di rispondere e attacca con durezza la stampa: «Sono storielle – ha detto – che siete bravissimi a inventare, quando non avvelenate i pozzi vi divertite a inventare storielle».

Breve siparietto si ripete anche pochi minuti dopo quando questa volta un giornalista italiano gli chiede come mai la parola “moglie” facesse scattare in lui un “riflesso condizionato”. Berlusconi si limita a sorridere e a scuotere il capo, nell’ilarità generale della platea di giornalisti.

Poi è la volta di una giornalista israeliana  che, premettendo di comprendere la “simpatia” di Berlusconi “per qualsiasi premier sotto attacco mediatico”, chiede al premier italiano se può dire qualcosa sulle sue vicende personali.

Il presidente del Consiglio le racconta allora una storiella. «C’é un tale che si lamenta con il padrone di casa per la presenza di topi nell’abitazione. I due si danno appuntamento alle nove di sera, quando non c’é la luce. Si cominciano ad udire dei rumori: il padrone di casa si china ed anziché un topo trova una trota. A quel punto l’inquilino dice: stasera parliamo dei topi, dell’umidità ne parliamo un’altra volta».