Duello Berlusconi Terzo Polo: i cattolici agitano gli schieramenti

Pubblicato il 17 Dicembre 2010 - 23:23 OLTRE 6 MESI FA

I cattolici agitano gli schieramenti politici. Mentre Silvio Berlusconi prosegue lungo la doppia direttrice di tentare di attrarre nuovi parlamentari per rafforzare la maggioranza, senza per questo chiudere all’ipotesi di alleanze organiche con altre forze politiche, a partire dall’Udc, il terzo Polo cerca di serrare i ranghi.

Con Pier Ferdinando Casini che rassicura quegli ambienti vaticani che hanno espresso perplessità sull’alleanza con i ‘laici’ di Futuro e Libertà e Gianfranco Fini che punta a ricompattare il gruppo di Fli per evitare altre emorragie. Dopo aver annunciato che altri otto parlamentari sono ”pronti” a passare con lui, il presidente del Consiglio – a margine del vertice di Bruxelles – torna a parlare della situazione politica: ”Sono sicuro di avere i numeri”, dice prima di lasciare il Consiglio europeo. ”Dentro di me ho la sicurezza di portare a termine la legislatura realizzando le riforme”.

Sostiene di non aver messo in piedi alcun ”calciomercato” per convincere i parlamentari a sostenere l’esecutivo: ”Non ho offerto nessun posto né contropartite”, assicura, sostenendo che a spingerli era la volontà di non salire sul ”convoglio guidato da Bocchino e Granata con destinazione sinistra”.

Sembra poi smentire le voci che lo vogliono pronto ad archiviare il Pdl per fondare un nuovo soggetto politico, come fece sul predellino di piazza San Babila: ”L’età che ho mi induce ad essere molto cauto con i gradini”, risponde sorridendo a chi gli chiede in proposito. Del resto il suo progetto lo spiega chiaramente in un messaggio ai militanti del partito: ”Intendo riunificare i veri moderati in un unico grande movimento politico”. E per spiegare meglio cosa abbia in mente, precisa: ”Un’unica forza politica” che sia la ”sezione italiana del Partito dei Popoli europei”. Un modo, evidentemente, per attirare i centristi dell’Udc, anche loro iscritti alla famiglia del Ppe.

Per Berlusconi, infatti, il Terzo Polo ha poche chance. Un’eventuale alleanza non lo preoccupa, spiega, ”perché dimostrerebbe che non hanno elettori”. Detto ciò, lui stesso non chiude del tutto le porte del confronto con Casini, pur ammettendo che i margini restano molto esili: ”Io sono sempre pronto a parlare con tutti ma i sordi non vogliono sentire”.

Ed in effetti, Casini, da quell’orecchio sembra non voler proprio ascoltare: ”Gli appelli che vengono da una parte e dall’altra non ci interessano: noi non siamo sul mercato”, ribadisce il leader Udc, rivendicando la ”marcia solitaria” sin qui compiuta dai centristi. Anche se, poco dopo, lui stesso non chiude alla proposta di Pierluigi Bersani di una ”piattaforma democratica” di tutte le forze di opposizione che potrebbe avere anche un ”profilo elettorale”. Proposta che, dice Casini, ”dimostra come la politica fatta finora dalla sinistra fosse sbagliata”.

Dopodiché, aggiunge, ”oggi non ci sono le elezioni: vedremo…”. Insomma Casini, così come Berlusconi, non sembra aver molta voglia di andare al voto. L’obiettivo principale dell’ex Dc appare piuttosto quello di rafforzarsi prima del voto e per questo potrebbe contribuire ad allontanare le urne sostenendo alcuni provvedimenti del governo. Un modo, forse, per rispondere anche alle perplessità di quella parte del mondo cattolico che chiede stabilità.

In questo contesto, entrambi hanno meno da perdere rispetto a Fini, il quale al momento sembra più impegnato a non perdere altri pezzi. Ma il rischio rimane e per evitarlo il presidente della Camera deve innanzitutto smarcarsi dalle sirene del Pd. Ecco perché Benedetto Della Vedova, finiano doc, si affretta a dire che il terzo polo è alternativo sia a Berlusconi che alla sinistra.

Intanto però, l’ex Fli Silvano Moffa annuncia l’intenzione di formare un nuovo gruppo parlamentare ”trasversale” e di ”responsabilità nazionale”, che abbia fra gli obiettivi il tema della ”difesa della vita”. Scelta non casuale: antitetica a quella di Fini e molto allettante per diversi centristi. tanto che Casini si affretta a dire di non voler trattare sui valori cattolici definendoli ”indisponibili”. Un argomento che però rischia di spaccare, nel Pd, l’area cattolica degli ex dc da quella laica.