Bersani-Renzi il giorno dopo. “Matteo parte di uno squadrone”, “Darò una mano”

Pubblicato il 3 Dicembre 2012 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA
Renzi e Bersani il giorno della sfida tv (foto Ansa)

ROMA – Il vincitore parla di “splendida pagina di democrazia”, ringrazia lo sfidante e lo definisce “una risorsa in un grande squadrone”. L’altro ammette la sconfitta, decide di tenere vivi i comitati che hanno appoggiato la sua candidatura, ribadisce che non ha nessuna intenzione di fondare una sua corrente e promette appoggio a quello che fino a ieri era il suo avversario.

Il giorno dopo il ballottaggio per le primarie del centrosinistra, insomma, tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi torna il sereno. Sarà la nettezza del risultato, un 60 a 40% che tiene il segretario al sicuro da polemiche sulle regole o affini, o sarà semplicemente il presunto “spirito delle primarie”. Sta di fatto che il Partito Democratico ora passa “alla cassa”: il mese di campagna elettorale, i temi sollevati da Renzi, l’esposizione televisiva e la solidità di Bersani dicono che oggi il Pd vale il 34,6%, risultato mai raggiunto neppure ai tempi di Walter Veltroni e del suo “corriamo da soli” del 2008.

Il più soddisfatto è ovviamente Bersani secondo cui Matteo Renzi “è  stato protagonista di questa bella avventura, ci ha messo energia, freschezza, è una risorsa come siamo tutti in questo grande squadrone”. Non manca una punzecchiata, ma molto più soft di quelle dei giorni di campagna elettorale. Punzecchiata che arriva da Porta a Porta quando Bersani spiega: ‘Io spero che Renzi voglia partecipare alla nostra discussione, alla nostra vita politica, più di quanto non sia avvenuto nel passato”. Un modo garbato per dire che il sindaco di Firenze si è tenuto (troppo) fuori dalla vita del partito.

Le parole del giorno dopo di Renzi sono parole concilianti: “Faccio i miei complimenti a Bersani, ha vinto lui, nettamente, nessuna discussione sul risultato. A lui il compito di  costruire e governare il centrosinistra”. Quindi l’impegno a tenere aperti i comitati per lavorare sul territorio e quello di “dare una mano” al partito da militante e da sindaco. Alla fine il grazie anche a chi lo ha sostenuto: “Ok, non siamo riusciti a cambiare la politica. Ma evitiamo che la politica cambi noi. Continuate con leggerezza e determinazione. Siate orgogliosi di quello che avete fatto: avete riportato tante persone a vivere con passione la politica”. In questo ultimo passaggio, forse, il risultato più importante delle primarie del centrosinistra.