Bertinotti: “Questo governo è un regime autoritario”

ROMA – Lo sciopero di oggi e' ''un primo segnale'', ma per avvertire segnali forti di opposizione a quello che definisce un ''regime neo autoritario'' Fausto Bertinotti volge lo sguardo agli indignati di Wall Street. E, in una intervista al Mattino, l'ex presidente della Camera denuncia il ''recinto'' in cui la sinistra sembra ricacciata.

''E' importante – spiega Bertinotti sullo sciopero proclamato insieme dalla tre maggiori sigle sindacali – che due sindacati, Cisl e Uil, che hanno firmato tutti gli accordi con il governo precedente, e un terzo, la Cgil, che ha sottoscritto il patto sulla contrattazione, rompano giudicando i provvedimenti economici presi dall'esecutivo socialmente inaccettabili. Diciamola tutta: il governo ha esagerato, estremizzato la crisi''. Sul governo Monti, Bertinotti osserva, ''due anni fa parlavo dello svuotamento della democrazia e di un regime neo autoritario che stava per instaurarsi in Europa… Si badi bene, si tratta di un processo che dura ormai da un quarto di secolo, ma ha avuto un'accelerazione nell'ultimo periodo del governo Berlusconi quando le assemblee elettive sono state ulteriormente svuotate delle proprie funzioni e rese cassa di risonanza dell'esecutivo a colpi di decreti legge e voti di fiducia. A tutto cio' si e' aggiunto un potere sovranazionale rappresentato dalla Bce, la Commissione europea, gli accordi intergovernativi. E' nata cosi' una costituzione materiale che si sovrappone a quella in vigore. E ad agosto si e' registrata una violentissima accelerazione su scala europea nel cui contesto si colloca anche la lettera di Trichet all'Italia: avendo concentrato le origini della crisi economica sul debito pubblico si è dato origine a un golpe bianco strisciante'si è' dato origine a un golpe bianco strisciante, attraverso cui si e' prodotta una dittatura il cui commissario da noi e' Mario Monti, il podestà dei forestieri''.

''E' evidente – osserva ancora Bertinotti – che le forze politiche della sinistra in Europa sono impotenti e se il recinto si costituisce in maniera solida non c'e' salvezza per nessuno, che si stia dentro o fuori di esso. Sul campo, pero', vi sono le energie per rompere questa situazione, penso a quel campo vastissimo che va dagli Indignados alla Fiom; dalle donne e chi sta facendo una battaglia per fare dell'acqua bene pubblico''.

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