Bossi: “Berlusconi avrà la fiducia, se ha fatto bene i conti”, ma sul dopo-14 dicembre non si sbilancia

E’ stato zitto per due settimane sulle questioni di Governo dopo che, il primo dicembre, aveva sentenziato ”Ognuno sceglie di morire come vuole” a proposito della annunciata intenzione di Fini e Casini di presentare una mozione di sfiducia contro il Governo. Aveva lasciato che a parlare fossero ministri e dirigenti del Carroccio nei vari passaggi che hanno contrassegnato l’avvicinamento alla data del 14 dicembre.

Oggi, alla vigilia del dibattito sulla fiducia, Umberto Bossi, sbrigativo e didascalico, ma di ottimo umore e con la sua tradizionale vena di ironia, (come molto spesso è stato nella sua vita politica alla vigilia di momenti topici), ha detto la sua sulla fiducia. ”Berlusconi? La piglia”. Per poi, con sospensione calcolata alla maniera di un provetto attore, aggiungere ridendo ”…se non ha sbagliato i conti”. Inutile incalzarlo sull’eventuale ‘dopo’. Bossi ha riso, prima di affidarsi ad un’altra battuta ”Dopodiché… lo dico dopo la fiducia”. Eppure, dietro il tono sdrammatizzante e la voglia di scherzare in ore decisamente tese, c’è tutto il Bossi che, già dall’estate, aveva affermato con decisione che, davanti allo stallo politico e al logoramento della maggioranza la via maestra era a suo parere quella di elezioni anticipate.

Posizione tatticamente e strategicamente ammorbidita e modulata nel corso dei mesi, comprese aperture e tentativi di mediazione con Fini. Compreso il silenzio e la moderazione, che non sono una delle prerogative del modus operandi di Bossi. Ma quella era la ‘via maestra’ che tutti i dirigenti leghisti non si sono stancati di ripetere nei loro interventi. Lealtà a Berlusconi e, se la soluzione non arriva, ”occorre salire al Colle e chiedere le elezioni anticipate”. Sul fatto che Berlusconi ottenga dopodomani la fiducia nel Carroccio si erano già espressi negli ultimi giorni tutti i dirigenti, a partire dal ministro Calderoli, che si è addirittura spinto, per scommessa, a consegnare all’on. Pepe, che è notaio, ”una busta chiusa con il numero esatto di coloro che voteranno la fiducia”.

Ma anche nelle parole di ieri del coordinatore delle segreterie della Lega, il punto principale è stato ”occorre stabilire se esista tra i parlamentari del centrodestra una vera maggioranza di riformatori. Se c’è, il Governo va avanti. Altrimenti non c’è via d’uscita, e non per scelta nostra, ma per decisione dei traditori”. E la via d’uscita, per la Lega, avrebbe in questo caso un solo nome ”voto anticipato”.

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