“Chi” di Signorini: famiglia reale + attacchi a sinistra= successo

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 - 01:09 OLTRE 6 MESI FA

La possibilità di conoscere un po’ più direttamente il pensiero di Signorini è data comunque dalle interviste da lui date al quotidiano cugino il Giornale, anche se l’occasione dell’ultima, domenica 9 gennaio, è stata data dalle foto di Massimo D’Alema sulla neve di St. Moritz e le reazioni che hanno scatenato. Questo ne ha un po’ limitato la portata, riducendola a una autodifesa e a una presa di distanza dal medesimo giornale che pubblica l’intervista e che è stato più volte strumento di attacchi a personaggi invisi a Lui, Berlusconi.

Ma combinando un po’ di dichiarazioni il ritratto è preciso.

Partiamo dalle foto di D’Alema. Paolo Bracalini, autore dell’ultima intervista, fa notare  che il quotidiano la Repubblica ha definito Signorini: un “produttore di discredito”, che “spruzza flaconi di fetida malignità” lo provoca col sospetto che il “metodo Signori­ni ” possa costituire una “versione glamour” del “metodo Bof­fo”, ma la risposta è abbastanza sprezzante: “Mi metto molto a ridere. Sprecare litri di inchiostro per delle dietrologie assurde. C’è una massima che riassume tutto: la gente ti perdona ogni cosa tranne il successo. […] Ma a me interessa essere amato dalla gente, se poi non ho l’apprezzamento dei radical chic ne faccio una medaglia al merito.[…] Mi accusano ma poi fanno a gara a finire su “Chi” . Quando questi signori dicono che faccio le paginate sulla famiglia Berlusconi si dimenticano che il signor Prodi posò per la prima volta con la moglie Flavia proprio su Chi, ed eravamo in campagna elettorale” e anche “Veltroni posò con moglie per il diabolico Signorini”, ricorda Bracalini.

Al che Signorini: “Se poi Berlusconi, grazie a una amicizia che abbiamo, mi apre le porte di casa e mi fa vedere le foto di famiglia certo che le pubblico, perché la famiglia Berlusconi ha sostituito nell’immaginario collettivo la famiglia Agnelli. E infatti ogni volta che pubblico Berlusconi vendo più copie, sarei un idiota se non lo facessi”

Poi via con D’Alema. Come può, si chiede Signorini, e con lui probabilmente anche molti ex militanti dell’ex Pci, “il rappresentante di una ideologia di sinistra divertirsi a vacanzare nel regno del lusso, della ricchezza e dell’alta borghesia?”. Poi una caduta di gusto: “È come se io andassi in vacanza in una bocciofila del Parmigiano o a Pinarella di Cervia, ecco, non lo farei mai”.

Signorini è recidivo, fa notare l’intervistatore: “già aveva beccato la Melandri danzante a casa di Briatore a Malindi, dopo avere smentito di esserci mai stata” e  Signorini gongola: “E ha fatto una bella figura barbina. Poi le chiesi un’intervista, ma non volle. Anche a D’Alema ho chiesto di replicare”, ma “ha cortesemente detto di no, e credo che abbia fatto bene… “.

Tante critiche un po’ danno alla testa, viene da pensare leggendo un’altra intervista, sempre da parte di Bracalini: ad esempio essere stato definito “architetto dell’estetica del regime”, “l’ideologo del nuovo sistema italiano”, “figura cruciale al vertice del caravanserraglio” e il suo settimanale lo specchio dell’intreccio “maschilista di donne, politica e show”. Quanto precede giustifica parole come queste: “Hanno fatto pure una fenomenologia di Alfonso Signorini”; “Vogliono dire che sono lo spin doctor di Berlusconi? Dite pure ma non rasentate l’idiozia”.

Più ragionevole: “Io mi faccio le domande che si fa la gente comune. Qualsiasi persona reagirebbe come ho fatto io questa estate, quando sulla terrazza dell’hotel Pitrizza di Porto Cervo, posto da 1.300 euro a notte, chi ti ho incontrato? Il signor Beppe Grillo! Poi io non vado a pontificare su quanto sia bello andar in campeggio”. E poi ancora il disprezzo: “Forse stava bevendo solo un aperitivo, ma puoi anche bertelo all’aeroporto di Olbia, no?”.