Clara Vecchiato, offese sessiste al corteo Cgil Bologna. Sindacato si scusa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Ottobre 2014 - 19:45 OLTRE 6 MESI FA
Clara Vecchiato, offese sessiste al corteo Cgil Bologna. Sindacato si scusa

Clara Vecchiato, offese sessiste al corteo Cgil Bologna. Sindacato si scusa

ROMA – E’ andata al corteo di Bologna, a manifestare insieme ai militanti della Cgil il suo dissenso contro il Jobs Act di Matteo Renzi. Ci è andata ma per Clara Vecchiato, una giovane manifestante, non è andata esattamente secondo le sue aspettative. Perché tra i “compagni”, come li chiama Clara, c’è qualcuno che l’ha molestata. Qualcuno non ha gradito i suoi capelli un po’ troppo verdi, qualcun altro, invece, i suoi capelli un po’ troppo rossi. Poi c’è chi non ha gradito la sua gonna, troppo larga, così larga da “impedire che si vedesse la forma del culo”.

Clara le offese sessiste non le ha mandate giù. Così è tornata a casa e ha scritto al sito Zero in c0ndotta una lunga lettera di accuse in cui raccontava quanto accaduto alla manifestazione:

Vi chiedo se, secondo voi, è un compagno quello che ieri (16 ottobre), sventolando con orgoglio la bandiera della Cgil durante il corteo promosso dalla Cgil Emilia-Romagna a Bologna, si è sentito legittimato a fermarmi, farmi togliere le cuffie dalle orecchie e chiedermi se la scelta del colore verde per i miei capelli stesse a indicare che la via era libera e potessero passare tutti.

Vi chiedo se, secondo voi, è un compagno quello che spalleggiato dagli altri “compagni”, dall’alto della sua stazza da operaio e dei suoi cinquant’anni e anche più, si è sentito in diritto di dire a una ragazza poco più che ventenne che è meglio che non si faccia i capelli rossi, perché poi attirerebbe troppi tori ed è ancora troppo piccola per gestire certe cose.

Vi chiedo se, secondo voi, sono compagni quelli che ieri mattina, mentre attraversavano le strade di Bologna per chiedere che venissero tenute giù le mani dall’articolo 18, mi fischiavano dietro, mi fissavano il corpo e, assicurandosi che io potessi sentirli, si dispiacevano ad alta voce di quanto fosse un peccato che la mia gonna fosse larga e non potessero vedere la forma del mio culo.
Vi chiedo se sapete che mentre aprite il comizio sul palco di Piazza Maggiore dicendo “compagni e compagne” e cantate Bella Ciao, in mezzo al corteo, dei “compagni” tengono simili atteggiamenti, e gli altri non intervengono, ma alla peggio li supportano.

La lettera arriva ovviamente anche alla Cigl che su Facebook risponde e si scusa con la ragazza:

“La Cgil è anche tua”, non lasciare che “atti sessisti”, ‘rigurgiti’ iniqui, gettino ombre sulla “tua voglia di partecipare”.

Dopo Facebook arriva anche una nota ufficiale. La firma Anna Salfi della segreteria della regione Emilia-Romagna: “fa male”, scrive la sindacalista che durante  una manifestazione grande, difficile, riuscita qualcuno non ha

“avuto di meglio da fare che pensare al colore dei tuoi capelli o alla dimensione della tua gonna. Sì, sono atti sessisti, ingiusti ed iniqui. E non è solo dispiacere, ma anche rabbia il sentimento di chi ti scrive”.