Cocopro. Finiti, annuncia Renzi ma Sacconi: cautela. Esperti cauti e perplessi

Pubblicato il 30 Settembre 2014 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA
Cocopro. Finiti, annuncia Renzi ma Sacconi: cautela. Esperti cauti e perplessi

Maurizio Sacconi avverte Matteo Renzi. Sui cocopro cautela

ROMA – I Cocopro sono destinati a sparire dalla scena del codice del lavoro in Italia. Nota il Sole 24 Ore che

“la riduzione delle forme contrattuali partirà dalla cancellazione dell’unicum italiano dei Cocopro“.

La conferma è venuta dallo stesso Matteo Renzi nel suo intervento alla direzione del Pd, in cui

“ha annunciato un giro di vite sulle collaborazioni a progetto, spiegando che nell’esercizio della delega saranno lasciate solo le «vere collaborazioni fatte per le esigenze professionali dei lavoratori e le esigenze produttive delle imprese»”.

Matteo Renzi sembra così volersi spingere, nota sempre il Sole 24 Ore

“oltre l’intervento del ministro del Lavoro del governo Monti, Elsa Fornero, che fissò dei paletti per limitare fortemente il ricorso alle partite Iva e alle collaborazioni a progetto con l’obiettivo di evitare abusi, finendo tuttavia per irrigidire il mercato del lavoro in una fase di pesante crisi economica, con effetti negativi sulle assunzioni”.

Non tutti sono convinti della bontà dell’idea. Il rischio è di ottenere l’effetto opposto all’obiettivo di favorire i rapporti di lavoro subordinati, con il lavoratore che retrocede verso contratti ancora meno tutelati. Sostiene il giuslavorista Michele Tiraboschi:

“Quella espressa da Renzi è la vecchia impostazione del ministro Fornero. Ogni volta che si interviene per comprimere l’area del lavoro parasubordinato o autonomo, l’intervento legislativo invece di tradursi in rapporti stabili di lavoro, si risolve in forme contrattuali meno tutelate, se non in lavoro nero”.

Spiega il Sole 24 Ore:

“Tra gli oltre 1,4 milioni di cosiddetti parasubordinati, più di 920mila sono iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps, tra questi i collaboratori a progetto sono 546mila: guadagnano in media meno di 10mila euro lordi l’anno.”

Aggiunge il portavoce dell’associazione XX Maggio, Andrea Dili:

“Ai tempi della legge Fornero in molti ci chiamarono perché preoccupati dal rischio di perdere il posto di lavoro poiché i datori di lavoro erano spaventati dalle nuove regole. Adesso si corre il rischio che i collaboratori a progetto possano essere retrocessi, in collaborazioni occasionali o partite Iva”.

I collaboratori a progetto, spiega ancora il Sole 24 Ore,

“versano l’aliquota del 28,72% (lo 0,72% va per le prestazioni temporanee) che per due terzi è a carico del datore di lavoro (ed un terzo a carico del lavoratore), con la prospettiva nel 2018 di allinearsi al 33 per cento. Per le partite Iva, invece, l’aliquota è interamente a carico del lavoratore.

Difficile che l’azienda opti per trasformare un collaboratore a progetto in contratto a tempo indeterminato, vista l’enorme differenza del costo del lavoro, e considerando che la media dei dipendenti guadagna 24.363 euro lordi l’anno, contro i 9.953 euro di un collaboratore a progetto. Va ricordato che i Cocopro sono stati disciplinati dalla Biagi in sostituzione delle collaborazioni coordinate e continuative (Co.co.co) che restano in vigore solo per alcune figure (professionisti iscritti in appositi albi professionali come i giornalisti, pensionati e collaboratori di associazioni sportive, componenti di organi di amministrazione e di controllo delle società): il corrispettivo percepito dal collaboratore a progetto è fissato in base ai profili professionali del settore, sui minimi tabellari stabiliti per le mansioni equivalenti svolte dai lavoratori dipendenti”.

L’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi precisa:

“La semplificazione può riguardare le collaborazioni coordinate e continuative, anche a progetto, che nacquero nella seconda metà degli anni Novanta sotto gli occhi distratti della sinistra sulla base di una semplice circolare fiscale. Biagi si limitò, su richiesta di Cisl e Uil, a regolarle introducendo diritti. Non tutti i lavori sono subordinati e se non si vogliono sommergere o cancellare richiedono la contestuale semplificazione di altre disposizioni della legge Fornero, come quelle relative alle partite Iva la cui genuinità deve essere controllata dagli ispettori. Saranno i decreti delegati a precisare i contenuti”.