Colf e badanti, solo 300mila domande di regolarizzazione. L’Italia in nero nasconde le altre 400mila

Pubblicato il 29 Settembre 2009 - 16:01 OLTRE 6 MESI FA

Erano attese 700mila domande, questa la previsione media. Qualcuno diceva mezzo milione, altri un milione. Erano calcoli e previsioni fatti da governo, sindacati, parrocchie, università, demografi e sociologi su quante richieste di regolarizzazioni per badanti e colf sarebbero arrivate. Il calcolo si faceva così: ce ne saranno in nero di sicuro più di un milione. In nero e clandestine. Cioè senza contributi pagati e regolari stipendi e contratti e anche senza permesso di soggiorno. La legge che punisce la clandestinità le avrebbe espulse tutte dall’Italia con grave danno delle famiglie dove lavorano. Quindi, regolarizzazione e sanatoria: su un milione aderiranno almeno il 60 per cento.

Sbagliato le domande arrivate sono molto meno: circa trecentomila. Perché così poche? Perché in Italia “nero” batte “clandestino”. Non è un gioco di parole: la forza e la diffusione dell’economia in nero è maggiore di quella che spinge alla sicurezza, domestica e collettiva. Per regolarizzare una colf o una badante, dice la legge, bisogna dichiarare un reddito di almeno 20mila euro annui. Altrimenti ognuno regolarizza l’amico e si favorisce l’immigrazione camuffata da servizio alle famiglie.

Ma Maroni si è dimenticato di telefonare a Tremonti. Il ministro del Tesoro avrebbe spiegato a quello degli Interni che in questo simpatico paese quasi tutte le categorie professionali e del lavoro autonomo dichiarano redditi inferiori o a pelo dei 20mila euro e anche il lavoro dipendente in buona parte resta sotto. Quindi il regolarizzatore della propria colf o badante si sarebbe trovato in imbarazzo con la propria dichiarazione al fisco.

Poi, altra regola e obbligo: almeno 20 ore a settimana di lavoro per la colf e la badante. Significa pagare contributi all’Inps in misura quasi corretta, corrispondente cioè al lavoro effettivamente svolto. A molti, tanti italiani che danno lavoro casalingo in nero è parso troppo. Meglio clandestina e sottopagata che regolare in Questura e in busta paga. A conti fatti almeno mezzo milione di famiglie italiane ha fatto questa scelta. Ecco come le 700mila domande sono diventate 300mila. È l’Italia, bellezza e né Visco a suo tempo né Maroni oggi possono farci niente.