Il leader dell’Idv Antonio di Pietro chiede al Pd di presentare una mozione di sfiducia al governo Berlusconi per “stanare” Gianfranco Fini. Il premier non si dimetterà, scrive Di Pietro in una lettera aperta, allora e’ venuto il momento che il Pd si faccia promotore di una mozione di sfiducia, avendo i numeri parlamentari per farlo, per ”stanare Fini e non Berlusconi”.
”Caro Luigi hai sentito pure tu che ieri Fini ha detto che Berlusconi si deve dimettere? Ti rendi conto anche tu che forse è arrivato il momento di sfiduciarlo visto che lui non si dimetterà mai? Tu potresti replicare che non abbiamo i numeri per farlo. Ma è qui che casca l’asino. In questo momento, noi dobbiamo stanare Fini e non Berlusconi ma ci deve dimostrare se ‘ci fa o ci è” ”.
”L’unico modo per smascherarlo è chiedere a te – prosegue Di Pietro – che hai i numeri sufficienti in Parlamento, di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Premier, basata sulle stesse motivazioni che sono venute fuori dal discorso di Fini a Bastia Umbra. Così metteremo alla prova Fini e vedremo se è disposto a votare la mozione oppure no. Cosi capiremo se vuole soltanto fare il furbo o meno”.
”Caro Luigi – spiega Di Pietro – noi dell’Italia dei Valori non abbiamo i parlamentari sufficienti per far passare questa mozione di sfiducia, ma l’abbiamo già depositata perché non vogliamo aspettare che il Paese muoia, mentre i politici se ne stanno chiusi nel bunker a rimpallarsi le responsabilita’. Partiamo con un’iniziativa concreta, dimostrando di avere il coraggio di sfiduciare Berlusconi, di cambiare la legge elettorale e di andare alle urne”.
”Noi dell’Italia dei Valori non accetteremo che al governo ci vada il solito Casini – prosegue il leader IdV – che, senza il consenso dell’elettorato, pretende di governare. E’ ora di passare dalle parole ai fatti: e’ ora di finirla con il gioco degli equivoci. Ieri, nel suo sermone domenicale, Fini ha detto quello che noi dell’Italia dei Valori diciamo da sempre: ovvero che Berlusconi non ha titoli, non ha capacità, non ha volontà per governare nell’interesse degli italiani. Per questo siamo stati tacciati di essere populisti, giustizialisti, massimalisti. Oggi, invece, nessuno ha il coraggio di dire che quei contadini dalle scarpe larghe e dal cervello fino dell’IdV avevano capito da tempo come stavano le cose”.
”Allora andiamo alle elezioni, chiediamo agli elettori di scegliere chi mandare in Parlamento e chi a casa, ovviamente con una nuova legge elettorale. Prima, però, mettiamo Fini nelle condizioni di assumersi le sue responsabilità e di passare dalle parole ai fatti”, conclude Di Pietro.