Monti, appello a Berlusconi e Bersani: “Facciamo un confronto tv”

Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Mancano pochissimi giorni al voto, davvero volete sottrarre ai cittadini italiani il diritto di formarsi un’idea sulla base di un confronto diretto tra i candidati? Onorevole Berlusconi, Onorevole Bersani, non facciamo questo”. È l’appello al confronto Tv che Mario Monti rivolge ai suoi avversari politici. “Abbiamo il dovere – prosegue Monti nel suo appello – di non limitarci agli appello singoli, ma abbiamo il dovere di confrontare le nostre idee davanti agli elettori”.

”Siamo prontissimi a stare all’opposizione. Non parteciperemo a un governo che non abbia un forte orientamento alle riforme”. Aveva detto Monti in mattinata intervistato dal Secolo XIX, sottolineando che risponderebbe a una chiamata alla responsabilità di governo da parte di Pier Luigi Bersani ”solo per fare le riforme per rilanciare il Paese”, di cui tre sono irrinunciabili: ”lavoro più flessibile, ridimensionamento della struttura e della spesa pubblica, meno tasse su lavoro, imprese e famiglie”.

”In materia di alleanze e coalizioni, la mia formazione politica non ha nessuna conversazione in corso né alcun tipo di accordo o di ipotesi di accordo”, ribadisce Monti. Parlando della campagna elettorale, ”ho reagito talvolta con parole aspre, essenzialmente quando si è cercato di rovesciare la verità, dicendo che non è affatto vero che nel novembre 2011 la situazione delle finanze ed economica fosse precaria. E’ come dire: tu hai imposto dei sacrifici inutili agli italiani”, spiega Monti.

”Gli italiani hanno sopportato i sacrifici con una serietà maggiore di coloro che ora sovvertono la verità”. Nell’intervista Monti interviene anche sul turismo. ”La prima iniziativa del nostro governo o di un governo a cui partecipiamo sarà quella di puntare a restituire il controllo delle politiche turistiche allo Stato”, dice.

”Oggi la promozione è frammentata, a causa di una mancanza di coordinamento tra il governo e gli enti locali che non arriva a fare uso pieno del marchio Italia, e le strutture regionali per lo sviluppo e la promozione dei prodotti turistici sono spesso troppo isolate e talvolta non sono in grado di operare sui mercati esteri”.