Elezioni: l’insostenibile peso dei risultati

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 18 Maggio 2011 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-L’insostenibile pesantezza dei risultati. Ci sono state le elezioni e il successivo dibattito si fa ampio e fino, indagatore e pensoso. Si espande, si dirama, si allarga, monta. Anche sulle partite di calcio o sui concorrenti del Grande Fratello, giornata dopo giornata di campionato, puntata dopo puntata del reality poi si discute che è un piacere. Discussione nella quale non si perdono ma anzi si esaltano simpatie, speranze, schieramenti, umori. Che non sempre litigano con indagini, appunti, riflessioni, analisi. Son cose diverse ma riescono a convivere. Perché nessuno nel calcio perde di vista il tabellone del risultato, la classifica, i numeri. Caso mai se ne contesta “l’ingiustizia”, se ne proclama la “precarietà”. Ma nessuno dimentica chi è stato escluso dalla “Casa” e chi è arrivato fino in fondo al gioco del Grande Fratello. Invece, anche per la critica più fine e indagatrice i risultati elettorali risultano pesantemente insostenibili.

E così si scopre l’acqua calda e la si “rivela”. L’acqua calda elettorale è che le elezioni si vincono o si perdono non conquistando i voti degli “altri” ma facendo o no il pieno dei voti “propri”. La rarissime eccezioni a questa costante sono i paesi in cui la mobilità elettorale è storicamente ampia. L’Italia non è tra questi paesi, da decenni, praticamente da quando si vota, la partita si vince o si perde nella propria metà campo e non in quella altrui. Berlusconi ha sempre vinto, con Bossi o con gli altri alleati, quando ha raccolto tutto il potenziale elettorato di centro destra. Analogamente le due volte che ha vinto, il centro sinistra lo ha fatto perché ha raccolto tutti i suoi mentre gli “altri” non rispondevano in massa alla chiamata. E’ successo anche stavolta: una parte rilevante degli ex elettori di Pdl e Lega non hanno votato Pdl e Lega. Non sono passati dall’altra parte, ma non hanno votato come un anno fa alle Regionali. Invece a sinistra è accaduto il contrario. E’ successo stavolta e succede sempre: rarissimi i cambi di campo e di voto da parte degli elettori, vince chi convince i suoi, perde chi si perde i suoi.

Con questa acqua calda che dovrebbe essere nota e stranota ai politologi, o anche semplicemente ai giornalisti, o ancora alle persone di buon senso e qualche memoria che di elezioni si interessano, qua e là si tenta di mettere a bollore e cottura strane pietanze. La prima, chef  Luca Ricolfi su La Stampa, dice che “in queste elezioni non ha vinto nè la destra nè la sinistra, nè i moderati nè gli estremisti”. E perchè mai? Elementare Watson…La sinistra non ha preso un voto di quelli che votavano a destra, quindi non ha vinto. E la destra ha visto assenti all’appello voti “suoi”, quindi non ha perso. A sostegno matematico della tesi del nessuno ha vinto nessuno ha perso altri portano dati matematici: i famosi voti “assoluti”. Non la percentuale dei voti, ma il numero assoluto dei voti, “sciolto” dalla percentuale. Non vedete che tutti, qualcuno più, altri molto meno, hanno preso meno voti “assoluti”? E’ la prova che nessuno ha vinto! Dal che se ne deduce che nessuno vince mai. Infatti se “vinta” è solo l’elezione in cui si strappano e spostano a milioni voti da uno schieramento all’altro, allora nessuna elezione è mai stata vinta davvero da nessuno. E se i voti da contare e “pesare” fossero solo quelli “assoluti”, allora tutte le elezioni sarebbero politicamente “invalide”.

L’argomento delle elezioni non vinte e non perse da nessuno è il figlio mascherato e fuorviante di altro e corretto ragionamento. Ragionamento e constatazione, quelli che fa Paolo Franchi su Il Corriere della Sera. Dice Franchi che la destra ha perso e che i vincitori dall’altra parte sono molti e diversi tra loro, tanto diversi da rendere molto improbabile possano mettere insieme un’alternativa di governo. Vero, verissimo: De Magistris, Pisapia, Grillo, Fassino, Merola rappresentano realtà che non si sommano e non si mescolano. Franchi dice che una sconfitta di Berlusconi e di Bossi non fa, allo stato delle cose, un governo degli altri. Dice la verità e non è il solo a dirlo: qualcosa ha cominciato a finire, quasi nulla d’altro ha cominciato ad iniziare. D’altra parte, se la sinistra e il centro sinistra, se il Pd e Vendola e Di Pietro, se…Se fosse chiara e possibile e possibile perché chiara un’alternativa di governo, allora probabilmente altri sarabbero stati i risultati elettorali e non solo gli ultimi arrivati. Se mio nonno avesse le ruote…sarebbe un tram. Che le opposizioni vincenti non facciano un governo altro da quello che c’è non muta il fatto che abbiano vinto il primo turno delle elezioni amministrative di maggio 2011.

Hanno vinto le opposizioni in sindaci, percentuali, voti di lista. Sta scritto sul tabellone dei risultati. Ha perso Berlusconi candidato, capolista, leader e capo del governo, ha perso il Pdl. E ha perso Bossi. Molti di quelli che un anno fa votavano per loro non hanno votato stavolta per loro. Sono, si chiamano elezioni e non puoi farci nulla, se non dichiarare insostenibile il peso dei risultati.