Famiglia cristiana bacchetta la ‘moda’ di Berlusconi e Fini: “Altro che stile”

Pubblicato il 7 Settembre 2010 - 21:19 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Fini prima delle tensioni nel Pdl

Famiglia cristiana sposta la querelle Berlusconi-Fini sul piano glamour. “Né Gianfranco Fini né Silvio Berlusconi dovrebbero fare tendenza. Come stile, siamo lontani da un Agnelli”.

Il giornale preferisce parlare di vestiario per una volta con una lettura ”del tutto indifferente a chi abbia ragione nelle dispute”. E, in un articolo in edicola sul numero di domani – anticipato sull’edizione online – confronta Fini e Berlusconi, come una ”rivista di moda” sul piano dello stile.

”C’è modo e modo di fare politica, modo e modo di comportarsi nella vita di ogni giorno – premette Famiglia Cristiana in un articolo anticipato sul sito online e pubblicato sul numero in edicola domani – Come si parla in pubblico o in privato, come trapelano tolleranza o aggressività e anche come ci si veste”.

”Berlusconi – scrive il settimanale – possiede certamente centinaia di abiti, cravatte e maglioni. Ma tanto varrebbe che ne avesse solo un paio per capo”.

”Di cachemire – prosegue l’articolo – poi ne basta uno, da tenere a sciarpa durante i bagni di folla e le marce a passo di parata. Situazione quest’ultima, che richiederebbe un taglio diverso per le giacche e più ancora per le camicie, che rendono più evidente lo stomaco. Anche e soprattutto nelle camminate marziali. Mise da capufficio, in definitiva, senza quei tocchi eterodossi che perfino i piu’ dignitosi parastatali ogni tanto si permettono”.

”Come Berlusconi veste scuro – osserva ancora Famiglia Cristiana – così Fini predilige il chiaro” e ”sceglie camicie neutre senza esitare davanti a cravatte di un rosa acceso, più da bancarella che da boutique”. ”La sensazione che si vuol dare – osserva il settimanale cattolico – è quella di una calma ponderata e maestosa. Però Fini controlla di continuo l’assetto dei polsini, come il principe Carlo: secondo la stampa inglese, segno di insicurezza”. ”Né Fini né Berlusconi, comunque, dovrebbero fare tendenza – conclude l’articolo – Come stile, siamo lontani da un Agnelli. Come evasione fiscale, speriamo”.