Fino a venti anni di carcere per chi protesta contro le opere pubbliche, l’emendamento della Lega al Ddl sicurezza

di redazione politica
Pubblicato il 25 Maggio 2024 - 10:05
Fino a venti anni di carcere per chi protesta contro le opere pubbliche, l'emendamento della Lega al Ddl sicurezza

foto archivio ANSA

Fino a venti anni di carcere per chi protesta contro le opere pubbliche. È questo il contenuto di un emendamento della Lega al Ddl sicurezza, firmato da Igor Iezzi e ora al vaglio nella commissione Affari costituzionali della Camera. Lo denuncia il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

Le parole di Angelo Bonelli

“La Lega vuole mandare in carcere chi protesta contro il ponte sullo stretto di Messina. È la conferma della svolta autoritaria e repressiva nei confronti di chi dissente dalle folli politiche di questo governo. Il deputato della Lega Iezzi ha presentato un emendamento al DDL sicurezza in discussione nella commissione affari costituzionali, che introduce un nuovo articolo del codice penale che punisce chi minaccia di impedire la realizzazione di un’opera pubblica e di un’infrastruttura strategica. Fare un volantino potrà essere perseguito secondo questo emendamento”, ha spiegato il deputato di Avs che prosegue:

“L’emendamento Iezzi vuole intimidire la legittima protesta contro il ponte e, se fosse approvato, verrebbe previsto il carcere da 4 a 20 anni anche a chi, con immagini o atti simbolici, possa minacciare il blocco di opere infrastrutturali. Per chi protesta, quindi, è prevista una pena tripla rispetto alla corruzione e ad altri reati gravi come la rapina. Siamo in una vera emergenza democratica. La Lega, che con il suo ministro Salvini ha affidato lavori per oltre 15 miliardi di euro senza gara pubblica, come il ponte sullo stretto di Messina e la diga foranea di Genova, e che non ha accolto le contestazioni di irregolarità dell’Autorità nazionale anticorruzione sulle procedure adottate dal ministero delle infrastrutture, vuole mandare in carcere chi protesta! Sarà dura opposizione in parlamento e nel Paese non solo in relazione a questa norma, ma anche contro chi sta devastando il territorio con opere dannose come il ponte sullo stretto, mentre in Sicilia un milione di persone non ha accesso all’acqua potabile a causa della siccità e dell’assenza di interventi sugli acquedotti”, conclude.