Galan: “Zaia così durerà solo due anni”

Pubblicato il 31 Dicembre 2009 - 15:38 OLTRE 6 MESI FA

Galan, Zaia e il sindaco di VeronaFlavio Tosi

«Non ho nessuna intenzione di fare polemica con Zaia e mi delude che lui la faccia. Uno che si appresta a fare il presidente del Veneto dovrebbe avere standard più elevati». A parlare al “Gazzettino” è Ginacarlo Galan, governatore uscente del Veneto che accusa il suo successore leghista, l’attuale ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, di dare risposte “alla Vendola” sul nucleare e di dover ancora dimostrare di saper cercare il consenso superando i provvedimenti facili che la Lega insegue negli ultimi mesi.

Spiega Galan: «Cos’è che ha detto? “Io non prenderò ordini, io non alzerò il telefono”. Vuole che gli ricordi che sul Passante io sono quasi andato in causa con un ministro del mio governo? O che sono l’unico che si è espresso contro il condono? Io sono stato più libero di quello che sembra essere il futuro governo del Veneto nei confronti delle imposizioni romane. D’altra parte sono anche l’unico che in questa lunga vicenda non ha mai detto “tanto decidono Bossi e Berlusconi”».

Però hanno deciso Bossi e Berlusconi. «Male, bisognava fare qualcosa perché non fosse così. Le battaglie si fanno. Io l’ho fatta e ho perso, hanno prevalso le logiche romane». Ha detto che non farà campagna elettorale per Zaia. «No, ho detto che farò la battaglia per le preferenze, chiedendo di votare non miei amici ma persone che si sono comportate con lealtà e correttezza nei confronti miei e del partito che ho fondato in Veneto nel 1993, persone che ritengo degne di rappresentare una tradizione e soprattutto di difendere le straordinarie conquiste che abbiamo fatto in questi anni. Che non sono le opere soltanto. Sono le conquiste in campo sociale, le migliori politiche di welfare e per l’integrazione degli immigrati. Mai nessun provvedimento di cui ci si possa vergognare nei prossimi 20-30 anni».

Mentre con la Lega pensa che ci si vergognerà? «Vedo alcune posizioni inquietanti. Non voglio fare confronti con le posizioni della Lega, il mio successore invece avrà qualcosa con cui confrontarsi e sono 15 anni di governo che ha cambiato la faccia del Veneto e l’ha cambiata in meglio. Certo si deve andare avanti, ma sarà difficile. E non si farà con l’esordio deludente di Zaia sul nucleare: troppo facile rispondere “consulteremo la gente”, questo è il modo con cui ha risposto Vendola, il modo per non fare le cose. Come, all’epoca, con il Passante».

Comunque farà votare Zaia? «Sì. Ma non chiedetemi di fare serate, filippiche, comizi per Zaia. Non chiedete a me di fare quello che avete chiesto e ottenuto di far fare a Tosi. Come ai tempi di Stalin al Politburo, dove quello che era contrario a un provvedimento doveva relazionare a favore, così Tosi ha proposto lui il nome di Zaia: una cosa che per chi ha un minimo di cultura fa ridere».

Spero che Zaia sia adeguato a fare il governatore – continua Galan – . «È sicuramente quello che meglio si presenta dei suoi, ma non basta l’immagine, né inseguire il consenso con provvedimenti facili. Deve dimostrare di saper governare, altrimenti regge due anni». «È stato un errore (aver dato il Veneto alla Lega). E ho letto le varie posizioni che ci sono state su questa vicenda». Qualcuna in particolare? «Il grande coraggio e l’eleganza del patriarca Angelo Scola. Che, non “uti singuli”, ma come capo della Chiesa, ha fatto un elogio importante a due amministratori, il presidente della Regione e il sindaco di Venezia».

Un consiglio al suo successore? «No vendette, no purghe, no epurazioni» e spiega: «Eliminerà alcune poltrone? Bene, sono con lui, però il suo partito finora le ha moltiplicate».

A proposito del futuro, Galan continuerà a fare il politico. «So che farò il ministro. Me l’hanno caldamente chiesto. E continuerò a fare politica». invece sulla possibilità di una lista alternativa spiega: «Ci sono andato molto vicino. Tanti amici, anche mia moglie, insistevano. La scelta di non rompere alla fine è stata mia: non potevo tradire la mia vita». infine, Galan spiega che sul rapporto con Berlusconi niente si è incrinato: «Non si incrina un rapporto che dura da 23 anni, devo tutto a lui. Certo, nell’ultimo incontro ci siamo divertiti meno».