Governo: Letta ringrazia “Napolitano e Bersani”

Enrico Letta (Foto Lapresse)

ROMA – Enrico Letta ringrazia Giorgio Napolitano e Pier Luigi Bersani per la formazione del governo: “Napolitano mi ha aiutato molto. Anche Bersani è stato importantissimo”

Il lavoro con il capo dello Stato, poi, è stato fondamentale per arrivare ad un esecutivo “politico, l’unico possibile”, come ha specificato lo stesso Napolitano.

E’ stato il Presidente della Repubblica a segnare la strada: ai ministeri della discordia, cioè Giustizia, Economia ed Esteri, sono arrivati esterni, come Anna Maria Cancellieri, Fabrizio Saccomanni ed Emma Bonino. 

Letta ha indicato i giovani e le “sorprese” che hanno aiutato il rinnovamento. La squadra finale di 21 ministri vede così sette donne, un’età media di 53 anni (undici meno del governo precedente) e due nuove italiane: Josefa Idem (tedesca di origine) e Cécile Kyenge (nata in Congo).

I politici già ministri nel passato sono solo quattro: Emma Bonino, Angelino Alfano, Enzo Moavero, Anna Maria Cancellieri, oltre allo stesso Letta e al neosottosegretario a Palazzo Chigi Filippo Patroni Griffi.

“La presenza della sinistra si vedrà, eccome. In molti settori del governo”, ha spiegato Letta. Ma la presenza dei suoi fedelissimi è quasi nulla: nessuno di loro è diventato ministro. C’è un dalemiano come Massimo Bray. Ci sono i bersaniani Idem, Kyenge e Flavio Zanonato. C’è il “giovane turco” Andrea Orlando all’Ambiente. C’è l’ex popolare Dario Franceschini. 

In rappresentanza del Meridione ci sono Bray (leccese), Nunzia De Girolamo (di Benevento) e Giampiero D’Alia (di Messina).

Per quest’opera certosina che ha messo insieme tante voci lo stesso Napolitano ha voluto ringraziare Letta con un intervento non previsto subito dopo l’annuncio dei ministri, nel Salone della Vetrata al Quirinale.

“Questo è un governo politico, formato nella cornice istituzionale e secondo la prassi della nostra democrazia parlamentare. Non c’è bisogno di alcuna formula speciale per definirlo. E’ un governo nato dall’intesa politica fra le forze parlamentari che insieme potevano garantire e garantiranno al governo la fiducia nelle due Camere, come prescrive la nostra Costituzione. Era ed è l’unico governo possibile”.

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