Houston: Conferenza dei ricercatori italiani all’estero

Gli italiani sono tra le nazionalità più attive e proficue nel campo della ricerca: malgrado le difficoltà che tutti conoscono, abbiamo infatti la terza media più alta di pubblicazioni rispetto al numero di ricercatori.

Le eccellenze italiane sono tante, e spesso fioriscono all’estero, con infinito spreco, come più volte è stato giustamente sottolineato, dei soldi impiegati dalla scuola pubblica per l’educazione di futuri ricercatori espatriati.

Il blog « Politicamentecorretto » ha messo in linea un esaustivo rendiconto della quinta conferenza dei ricercatori italiani nel mondo, svoltasi quest’anno a Houston in Texas e organizzato con il contributo del consolato generale d’Italia nella medesima città e con il prestigioso patrocinio del Senato italiano, della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed del Ministero degli Affari Esteri.

La conferenza ha mostrato in tutta la sua ampiezza la capacità intellettuale e progettuale dei tantissimi italiani che hanno scelto di fare carriera accademica all’estero. Specialmente rappresentati, per ragioni logistiche, sono stati naturalmente il nutrito gruppo di ricercatori che lavorano in Nord America, Stati Uniti e Canada.

Sarà bene ricordare che gli italiani sono tra le nazionalità più attive e proficue nel campo della ricerca. Malgrado le difficoltà che tutti conoscono, abbiamo infatti la terza media più alta di pubblicazioni rispetto al numero di ricercatori. Con il nostro bel voto, 2,28 pro « ricercatore », ci piazziamo dietro solo a Gran Bretagna e Canada, ma prima di Stati Uniti, Germania, Francia, etc.

Siamo dunque sul podio, davanti alla maggior parte dei paesi sviluppati. Questi risultati, a prima vista incoraggianti, nascondono in realtà una situazione, sul suolo italiano, fatta di mancanza di mezzi e di malcostumi dannosi per la ricerca. Infatti, questo bel risultato dipende molto da quei ricercatori che hanno scelto o sono stati spesso obbligati di lavorare all’estero. La conferenza di Houston è dunque un momento più che importante, fondamentale, per la vita scientifica italiani.

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