Il monito di Napolitano scuote la politica. Pdl: “Non è più neutrale”

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Giorgio Napolitano

L’intervento del capo dello Stato annunciato sull’Unità, in cui Giorgio Napolitano ha detto no alla corsa alle urne e ha difeso Fini opponendosi a Berlusconi, ha agitato ancora di più le acque nella maggioranza. Se il messaggio voleva essere di distensione, ha ottenuto l’effetto contrario. Con deputati e senatori della maggioranza in rivolta e la sinistra che tenta di cavalcare l’onda.

La protesta arriva ieri in tarda serata dal deputato pdl Giorgio Stracquadanio, lo stesso che in concomitanza della campagna del Giornale sull’appartamento di Montecarlo, annunciava che Fini meritava lo stesso trattamento di Boffo. “Sorprende e inquieta – dice Stracquadanio – che Napolitano per esternare un suo punto di vista su un tema che non è ancora all’ordine del giorno utilizzi il giornale del suo ex partito, l’Unità”.

Secondo il parlamentare del Pdl, “si tratta di una prassi inedita che pone un serio interrogativo sulla indipendenza e la neutralità del supremo garante della Costituzione. E che rileverebbe un tentativo di indirizzare le scelte istituzionali al di fuori della via maestra che la Costituzione repubblicana indica: le elezioni politiche generali sono l’unico rimedio democratico a una eventuale crisi politica della maggioranza parlamentare. È certo che il Parlamento non resterà estraneo e, se necessario, si convocherà autonomamente e d’urgenza per mantenere il rispetto dell’equilibrio dei poteri”.

Immediata la replica, da New York, del capogruppo dei deputati del Pd Dario Franceschini. “Stracquadanio straparla e non e la prima volta. L’unica cosa di interessante delle sue parole è che dimostrano il livello di tensione e nervosismo cui sono arrivati nella maggioranza. Per fortuna c’è un presidente della Repubblica che conosce ed esercita benissimo le sue prerogative e le sue funzioni. Ed è una garanzia per tutti, anche per chi adesso si agita”.

Napoli: “Vuoto e instabilità stessa minaccia”. “E’ con qualche amarezza, ma con profondo rispetto per la sua carica, che leggo l’invito del presidente Napolitano a cessare gli attacchi contro il presidente della Camera. Le sue parole avrebbero oggi ben altro effetto sull’opinione pubblica se fossero già state pronunciate, senza cambiare una virgola, quando due anni fa una campagna di veleni ancora più ampia e devastante era stata lanciata contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”, è il commento del vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli.

“Le preoccupazioni espresse dal presidente della Repubblica sui rischi che verrebbero al Paese da una crisi di governo – spiega Napoli – devono appartenere a ogni persona di buon senso. Ancora più grandi, però, sono i rischi per l’Italia e per le nostre prospettive economiche se poniamo mente ai guasti che deriverebbero da una stagione di forte instabilità politica o di precarietà delle alleanze”.

“Il vuoto politico – prosegue Napoli – non esiste, in nessuna democrazia che si rispetti. Esso lo riempie l’espressione limpida e sovrana della volontà popolare, da ascoltare ogni qualvolta se ne manifesti la necessità. Vuoto politico, instabilità, governi tecnici o di transizione, comunque contrari alla volontà degli elettori, sono tutte manifestazioni di una patologia della democrazia. Il presidente Napolitano – è la conclusione di Napoli – è un medico troppo esperto per non sapere che una sola è la medicina da somministrare”.

Farina: “Suo monito vale anche per il premier?”. “Sarà interessante vedere come l’anatema del Capo dello Stato contro la ‘delegittimazione’ delle cariche istituzionali sarà ascoltato dalle forze che non hanno fatto altro in questi ultimi anni che tentare di delegittimare con violenza inaudita il capo del governo”, è il giudizio del deputato del Pdl, Renato Farina.

“In prima fila – osserva Farina – proprio quel quotidiano ‘L’Unità’ al quale il presidente Napolitano ha voluto concedere l’intervista dedicata alla moderazione. Una scelta forse ironica. Non ha voluto esagerare in ironia scegliendo la ‘Repubblica’ la quale ha delegittimato via via, con un crescendo iperbolico e mai in nessun caso moderato da interventi del Colle, la polizia, i servizi segreti, la protezione civile, e sempre e costantemente, Silvio Berlusconi, qualunque carica occupasse, al governo o all’opposizione. Finalmente – è la conclusione ironica di Farina – è stato stabilito un precedente. Se un giornale attacca una carica istituzionale, bisogna tirargli le redini …”.

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