Immigrazione, Bossi: “Altro che pagare gli immigrati! Io li caricherei e li porterei indietro”

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA

BESOZZO (VARESE) – ”Pagare gli immigrati? Macché! Io non gli darei niente, li caricherei e li porterei indietro. E se tornano li riportiamo a casa ancora”. Così il segretario della Lega Nord, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano dell‘idea di ‘pagare’ per il rimpatrio dei clandestini nel Mediterraneo.

A Bossi è stato chiesto anche dell’ipotesi avanzata dal Pd dell’istituzione di un ministero per l’Immigrazione. ”Ci penso io al ministero dell’Immigrazione e vedete che va tutto a posto – ha risposto sorridendo il leader leghista -. Poi loro vorrebbero un ministero ma sono all’opposizione”.

Interpellato sul caso Parmalat-Lactalis, Bossi ha risposto: “Parmalat non va ai francesi, resta qui”. La stessa risposta il ministro delle Riforme l’ha data anche su un eventuale trasferimento della sede della Fiat a Detroit. ”Ho mandato Cota in America a seguire la faccenda – ha spiegato il leader leghista -, la Fiat non va via, siete voi giornalisti che inventate le cose”.

Il segretario della Lega Nord ha parlato anche della riforma della giustizia: ”I giudici non possono non pagare mai oppure mettersi d’accordo fra di loro, mentre ci sono poveracci che vengono condannati magari ingiustamente”, ha detto interpellato sull’emendamento presentato in Commissione sulla responsabilità civile dei magistrati. Bossi ha tenuto a precisare che sempre ”la colpa è individuale e non è dello Stato”.

Riguardo alle elezioni amministrative: “La partita delle amministrative è appena iniziata”, ma c’è un principio certo, ”sono convinto che non si può ottenere il federalismo e poi tirare il pacco a Berlusconi”, ha risposto Bossi a chi gli chiedeva se fossero chiusi gli accordi con il Pdl per le amministrative di maggio, visto che in alcune realtà come Varese e Busto Arsizio il Carroccio sembra intenzionato a correre da solo.

Bossi ha ribadito anche che il Carroccio non vuole accordi elettorali con Udc e Fli, come già stabilito dal Consiglio federale, perché ”c’è il rischio di fare accordi e mettere in piedi un sacco di liti che non permettono di amministrare”. Quanto alla scelta del prossimo vice sindaco di Milano, in caso di rielezione di Letizia Moratti, il leader leghista ha spiegato che la scelta ”immagino avverrà prima delle elezioni, ma deciderà Giorgetti”, il segretario della Lega Lombarda. ”No la Lega non è mai spaccata – ha comunque risposto Bossi a chi gli chiedeva se sul tema ci fossero contrasti interni -, i pasticci ce li fate voi giornalisti inventando cose che non esistono”.

Il leader della Lega Umberto Bossi si è mostrato tranquillo sui numeri che la maggioranza ha alla Camera. ”Berlusconi dice che ci sono – ha detto il leader leghista -, Berlusconi li ha trovati”.

Parlando del dialogo con l’opposizione che ha portato all’approvazione in Bicameralina del federalismo regionale, il leader del Carroccio ha detto: “Da tanto tempo dobbiamo fare i conti con la minoranza, se il Pd non si asteneva, non passava”. Bossi ha comunque escluso che si torni a discutere sul federalismo municipale: ”Io non cambierei niente”, ha detto a margine di un convegno sul federalismo.

”Speriamo” che quella di Saverio Romano sia stata una nomina giusta. ”Per noi quello che è importante è che il ministero dell’Agricoltura deve essere necessario a risolvere anche il problema delle quote latte”. In questi termini il segretario della Lega Nord ha replicato a chi gli chiedeva un giudizio sul recente cambio di poltrone nel governo. A chi gli chiedeva se nell’annunciata nomina di nuovi sottosegretari ci sarà posto anche per uomini del Carroccio, Bossi ha replicato: ”Credo che da noi spingano per l’Agricoltura, perché c’è qualche problema come le quote latte per le quali bisogna trattare con l’Europa”. Si sentirebbe dunque più tutelato con un uomo della Lega al ministero? ”Sì, però non voglio mica litigare con Berlusconi”, si è limitato a ribattere.

Bossi ha toccato anche il tema dell’intervento in Libia: “Sì, meglio la Nato che la Francia, comunque mi pare che le cose stiano andando un po’ meglio, stanno trovando una soluzione”, ha detto. Bossi, critico nei confronti dei raid decisi una settimana fa a Parigi, anche oggi ha ribadito una delle sue preoccupazioni maggiori: ”Ogni bomba che cade là, la gente scappa e viene da noi”, quindi ”meglio sarebbe la via diplomatica”.