Galan: “Incassi dei musei al ministero”. E “fondi ad Arcus”, la società che “ristrutturò” il palazzo di Propaganda Fide

ROMA – “Più soldi alla Arcus e gli incassi dei musei direttamente al ministero”: sono queste le principali novità prospettate dal ministro della Cultura, Giancarlo Galan, nelle linee programmatiche che ha presentato in Senato. ”Arcus, dovrà fare affidamento sul 3 per cento degli investimenti per grandi opere”, ha detto Galan. Arcus è una società di proprietà del ministero dell’economia gestita però in condominio dai due ministeri della cultura e delle infrastrutture, ed è stata al centro dell’inchiesta sui Grandi Eventi perché da lì sarebbero partiti i soldi per il restauro di un palazzo di Propaganda Fide a Roma. L’altra misura ipotizzata da Galan è quella di far convogliare al suo ministero gli introiti di musei e siti archeologici, ”che oggi vanno al Tesoro”.

Per il ministro ”la cultura è la benzina del paese” per cui “bisogna investire, non servono più soldi ma capacità di spendere. Quando si ha capacità, i soldi si trovano, l’esempio è Pompei”. ”Ci sono per la cultura 31 miliardi di spesa da investire”, ha aggiunto Galan citando le risorse comunitarie per il Sud.

Galan ha proseguito spiegando che la missione ”del mio ministero è favorire un’offerta culturale adeguata per qualità e quantità”. ”Un governo può essere o non essere apprezzato dalla comunità intellettuale”, dice, ”ma non si va da nessuna parte se ci si fa la guerra”. Per questo, ha sottolineato, gli ”ostacoli tra politica e intellighenzia devono essere superati”: ”la politica ha bisogno della cultura e la cultura ha bisogno della politica, io chiedo dibattito franco e aperto”, una ”chiamata a raccolta”, di tutta la comunità italiana ”per fare il punto su aspetti critici e priorità. In Italia serve un Piano Roosevelt della cultura perché ”ogni italiano torni a sentire la sua identità” che è fatta anche della ”unicità del suo patrimonio”.

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