Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E’ scontro col ministero

Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E' scontro col ministero
Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E’ scontro col ministero

ROMA  – E’ braccio di ferro tra il ministero della Salute e quello dell’Economia sui  tagli al Fondo sanitario nazionale. La trattativa è serrata in vista del Consiglio dei ministri di venerdì. Secondo quanto prevede una delle misure contenute nella bozza, ancora in definizione, del decreto per il taglio dell’Irpef, infatti, i tagli alla sanità sarebbero pari a circa 2,4 miliardi di euro in due anni. Le risorse per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale saranno dunque ridotte di 868 milioni quest’anno e 1,5 miliardi dal 2015.

Il taglio per la Sanità sarebbe legato ad una stima previsionale al ribasso del Pil, che dovrebbe comportare un ridimensionamento complessivo della spesa pubblica pari a circa 700 milioni di euro, con ricadute nei singoli settori e voci di spesa. E’ dunque in atto un braccio di ferro con il ministero dell’Economia, poiché i nuovi tagli metterebbero a rischio la definizione del Patto della Salute con le Regioni, oltre che la possibilità di rinnovare i Livelli essenziali di assistenza (Lea), fermi ormai da vari anni.

Duro il giudizio del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomd:

”Il decreto legge che sarà approvato domani dal governo porterà, secondo indiscrezioni, un taglio lineare al fondo sanitario nazionale ed una amputazione chirurgica degli stipendi di tutti i professionisti della sanità. Il grido di dolore per quanto accade – afferma il sindacato medico – è rimasto, però, solo sulla bocca dei medici e dei dirigenti sanitari”.

Infatti, è la denuncia dell’Anaao,

”tacciono le Regioni immerse nell’oblio di un patto tradito prima ancora che venisse stipulato. Tacciono le organizzazioni sindacali delle nuove professioni sanitarie, soddisfatte di competenze avanzate e di condizioni di lavoro arretrate. Tacciono gli ordini professionali e le Università che non hanno ancora capito che se si abbassano i nostri stipendi caleranno anche quelli dei medici universitari”.

Critica anche la posizione di Federfarma: i tagli, afferma l’associazione, andrebbero ”in direzione totalmente contraria a quella evoluzione da tutti auspicata. L’ipotesi di nuovi tagli alla spesa farmaceutica convenzionata”, infatti, determinerebbe seri ”danni per il servizio farmaceutico: la spesa farmaceutica convenzionata – conclude Federfarma – a seguito dei tagli apportati in questi anni, oggi è già a livelli inferiori a quelli di 14 anni fa”.

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