Isabella Rauti: “Gianni Alemanno innocente, ho rivissuto l’incubo di papà”

Isabella Rauti: "Gianni Alemanno innocente, ho rivissuto l'incubo di papà"
Isabella Rauti: “Gianni Alemanno innocente, ho rivissuto l’incubo di papà” (foto LaPresse)

ROMA – Un incubo già vissuto, con un protagonista diverso. Anni fa suo padre Pino Rauti, oggi suo marito Gianni Alemanno. Isabella Rauti in una intervista a La Stampa dice la sua sull’inchiesta Mondo di Mezzo. E se la prende soprattutto con la diffusione delle intercettazioni telefoniche a prescindere dai riscontri reali. Il pensiero corre ovviamente alla vicenda “soldi in Argentina” attribuita ad Alemanno in una intercettazione e smentita perché senza riscontri dalla Procura di Roma.

Parte da lontano, Isabella Rauti. Dal giorno dell’arresto di suo padre che poi fu assolto: i rivivo l’incubo di mio padre»

“Avevo nove anni quando ho assistito all’arresto di mio padre. Alla fine è stato assolto con formula piena e questo ha segnato me e la mia famiglia per sempre. Martedì quando i carabinieri sono entrati in casa alle 8 di mattina sono tornata a 42 anni fa. Lì ho iniziato a capire cosa è la condanna sociale e morale e anche le forme di sciacallaggio”.

Rauti si dice assolutamente convinta dell’innocenza del marito:

“Sono assolutamente convinta dell’estraneità di mio marito rispetto ai fatti a lui imputati, ma voglio denunciare che si è passato veramente il limite“.

Il problema, secondo la Rauti, è il modo in cui si è messo in moto il circuito della stampa:

“C’è una morbosità per distruggere e alimentare le ondate di fango. Se si fermasse questa macchina e ci si attenesse a quelli che sono i fatti, che spetta solo a chi indaga di dimostrare, faremmo un servizio non solo alla rispettabilità della mia famiglia, ma anche alla civiltà. Se si decide di seguire ogni intercettazione, anche se non ha trovato riscontro, dandole il rango di notizia, allora le garanzie di tutti vengono azzerate”.

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