L’Italia “rifatta” 2011/2013 con Berlusconi primario chirurgo. Il prossimo biennio del premier

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 7 Febbraio 2011 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi, Tremonti e Bossi

ROMA – Il prossimo biennio Berlusconi, ovvero l’Italia 2011/2013 “rifatta” con il premier primario chirurgo.

Connotati economici: mercoledì 9 febbraio arriva in Consiglio dei ministri la “frustata” per l’economia. Verrà cambiato aggettivo e sostantivo dell’articolo 41 della Costituzione, in modo da affermare che “libera” non è più solo la “iniziativa privata” ma anche e meglio “l’impresa privata”. E si stabilirà che i controlli di legge verranno fatti a posteriori e non prima di attività o impresa che sia. Con eccezioni che riguardano la finanza e altre attività o imprese “sensibili”. Verranno invitate, sollecitate le Regioni, in particolare quelle del Sud, a spendere i fondi Fas già in bilancio. Verrà data alle Regioni la possibilità di istituire “incentivi fiscali” ma la copertura finanziaria per tali sgravi deve essere nel bilancio delle Regioni stesse. Verrà rilanciato il “piano casa” e cioè la possibilità per i possessori di immobili di aumentare la cubatura. Verrà introdotto il principio per cui “tutto è lecito tranne l’espressamente vietato” in economia. Non sono però annunciate revisioni dell’intenzione di governo di garantire la “tariffa minima” per gli avvocati e altre professioni. Insomma tutto libero ma non la possibilità di fissare i prezzi delle prestazioni professionali secondo concorrenza.

Da queste misure il premier ha detto di attendersi “aumenti del Pil del quattro per cento” in pochi anni. Più o meno come se Obama annunciasse di voler aumentare il Pil Usa del dieci per cento o la Merkel dell’otto per cento quello tedesco. Senza aumentare la pressione fiscale, senza diminuzioni della spesa corrente, senza investimenti in ricerca e infrastrutture. L’Italia di Berlusconi conta di triplicare il Pil spendendo quanto c’è già in cassa, costruendo aggiunte alla casa e modificando il testo della Costituzione. Dall’aumento del Pil così ottenuto discenderanno automaticamente maggiore occupazione e reddito disponibile. Reddito calato del 2,7 per cento, occupazione che sconta un milione di unità tra posti di lavoro perduti e lavoratori in cassa integrazione.

Connotati sociali: il governo e la maggioranza si apprestano a varare in Parlamento una legge sul “fine vita” che renda obbligatori per i pazienti terminali nutrizione e idratazione artificiali.

Connotati giudiziari: il governo annuncia una legge sul “processo breve”. I processi in corso decadranno e si annulleranno qualora il giudizio si protragga oltre un certo numero di anni già trascorso nei vari gradi. I processi futuri dovranno rispettare questi limite temporale, altrimenti decadranno anch’essi. Milioni di giudizi pendenti troveranno così la loro soluzione: non arriveranno a sentenza. La mole dei procedimenti giudiziari futuri verrà poi abbattuta grazie alla seconda riforma, quella che farà divieto, se non in casi di reati gravissimi ed eccezionali, ad indagini basate sulle intercettazioni telefoniche. Queste verranno drasticamente ridotte e vietate se non in caso di indagini di terrorismo e di mafia. Ai magistrati che dovessero far ricorso alle intercettazioni al di fuori di questi limiti sarà comminata pena pecuniaria fino a 100mila euro. E’ allo studio provvedimento di legge che commina analoga pena in caso di intercettazioni in indagini che sfociassero in assoluzione degli indagati. Si stabilisce quindi il principio giuridico per cui possono essere indagati solo i colpevoli, in caso contrario la giustizia risarcisce di tasca sua. Resta da chiarire come si farà ad individuare i colpevoli prima di indagarli. Verrà reintrodotta l’immunità parlamentare per gli eletti al Parlamento.

Connotati di Stato: l’Italia diventerà una Repubblica Federale, con Regioni, Province, Comuni e territori dotati di autonomia fiscale. Il tutto avverrà in “invarianza fiscale e di servizi”. Ma Regioni, Comuni e Province potranno imporre tasse locali. Ci saranno meccanismi e fondi di “perequazione” a vantaggio dei territori che producono minor gettito o maggiori spese rispetto ai “costi standard” dei servizi. In caso di aggravi al bilancio dello Stato centrale, Regioni, Comuni e Province “perequeranno” fino a un certo punto, non oltre la quota per cui ogni territorio “trattiene per sè” le risorse in quel territorio generate. La Lega, partito alleato del premier, ha lo sguardo concentrato su questo obiettivo. Concentrato e fisso, che non è sinonimo di sguardo “lungo”, anche se in Italia i due concetti vengono fatti coincidere.

Connotati istituzionali: per ognuna di queste riforme verrà chiesta la fiducia alle Camere, fiducia che il governo conta di ottenere grazie ad una maggioranza alla Camera di 315/320 voti su 630 raggiunta di volta in volta grazie al neonato gruppo parlamentare detto dei “Responsabili” in cui confluiscono parlamentari che hanno come programma unico quello di mantenere in vita il governo. Alla scadenza i giudici della Corte Costituzionale verranno sostituiti e rimpiazzati da nominati ed eletti secondo esplicita vicinanza alla maggioranza di governo, onde porre riparo alla “partigianeria” dell’attuale Consulta piena di “giudici di sinistra”. Nel 2013 un eventuale “ingorgo costituzionale” prodotto dalla concomitanza della fine della legislatura e della scadenza del mandato del presidente della Repubblica Napolitano verrà risolto con la indicazione di Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica e di altro esponente del Pdl alla guida del governo.