Jobs Act, obiettivo sì al Senato entro mercoledì. Probabile voto di fiducia

Jobs Act, obiettivo sì al Senato entro mercoledì. Probabile voto di fiducia
Jobs Act, obiettivo sì al Senato entro mercoledì. Probabile voto di fiducia (foto Ansa)

ROMA – Jobs act, fiducia sì o no? La risposta arriverà entro mercoledì, giorno in cui ci sarà il vertice europeo sul Lavoro che proprio l’Italia ha chiesto. Al vertice Matteo Renzi vuole arrivare con il provvedimento ben avviato, possibilmente già votato al Senato.

Da qui l’ipotesi fiducia. Ipotesi che sembra prendere peso con il passare delle ore anche se martedì Renzi ha in programma l’incontro con i sindacati. Un colloquio che, se dovesse avvenire a scelte già fatte, farebbe salire ulteriormente la tensione.

A dire che alla fine ci sarà fiducia è su Repubblica di lunedì 6 ottobre Goffredo De Marchis: 


Il governo è orientato a mettere la fiducia sulla riforma del lavoro. Lo fa capire il ministro Giuliano Poletti quando dice “Abbiamo la necessità di un’approvazione rapida e certa” perché mercoledì, al vertice europeo sul lavoro convocato proprio dall’Italia, “deve essere chiara la volontà del governo di fare le cose”. Quindi, dopodomani la legge delega verrà approvata dal Senato con un voto su cui l’esecutivo verifica la sua tenuta complessiva. Matteo Renzi scontenta così la minoranza del Pd e quei senatori che avevano chiesto di discutere gli emendamenti per salvare l’articolo 18. Ma la fiducia gli garantisce, in fondo, il consenso dei dissidenti o almeno dei più moderati tra di loro. Se ci fossero 4 o 5 “no” non sarebbe un dramma.

Adesso il confronto dentro il governo è su come arrivare al momento cruciale. In questo senso il programma delle prossime ore appare decisivo, anche per capire se ci sono i tempi tecnici per arrivare a un voto finale senza passare dallo strumento della fiducia che rischia di irrigidire le posizioni dei ribelli democratici. Oggi si vedranno a Palazzo Chigi Renzi e i ministri interessati. È convocato anche un Consiglio dei ministri che potrebbe già autorizzare la fiducia per mercoledì. Però domani il premier ha appuntamento con i sindacati nella sala Verde, ovvero nel luogo-simbolo degli anni della concertazione. Farli sedere a cose fatte non sarebbe un grande segnale di distensione.

Posizione decisamente diversa quella del Messaggero, che in un pezzo di domenica 5 ottobre firmato da Alberto Gentili, racconta di un governo intenzionato a fare il massimo per evitare i mal di pancia e le spaccature che la fiducia comporterebbero:

Il governo, anche su consiglio del Quirinale, cerca insomma di ridurre il numero dei nemici. Ma sembra puntare anche a evitare un’escalation dello scontro con la minoranza del Pd e con i sindacati. Così, il proposito di porre la questione di fiducia sul Jobs act (la legge delega che contiene la riforma dell’articolo 18 e degli ammortizzatori sociali) non è più così scontato. Renzi vuole arrivare mercoledì, al vertice europeo sull’occupazione convocato a Milano, con in tasca il “sì” di palazzo Madama. Ma nelle ultime ore si fa strada il progetto di incassare il via libera senza blindare il provvedimento. «Al momento la fiducia non è prevista», dice il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, «stiamo ancora lavorando per una buona composizione tra le diverse posizioni». Di sicuro, Renzi deve trovare la strada per inserire nel testo del Jobs act la mediazione raggiunta lunedì scorso nella Direzione del Pd: reintegro non solo in caso di licenziamento discriminatorio, ma anche per quello disciplinare. «Questo però, in caso di fiducia, si potrebbe fare successivamente durante il passaggio alla Camera».

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