La giornata “nera” di Berlusconi, la maggioranza è al capolinea: “Prepariamoci alle elezioni”

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 00:42 OLTRE 6 MESI FA

Una giornata nera per Silvio Berlusconi e una pagina ancora più nera per la maggioranza del suo governo. Ma invece delle dimissioni, il presidente del Consiglio si sfoga e ribadisce la volontà di andare avanti, pur non negando la possibilità del voto anticipato.

 L’astensione dei finiani di mercoledì sulla sfiducia al sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, al premier non è andata giù e a cena con i deputati del Pdl l’ha definita “inacettabile” perché “ci si può astenere su un provvedimento, ma non su principi e valori”. Quei 33 di Futuro e Libertà non hanno fatto altro quindi che rilanciare lo spettro del voto anticipato. “Questa estate riposiamoci, ricarichiamo le pile e prepariamoci alle elezioni- ha detto infatti detto il cavaliere a Villa Miani – Potrebbero esserci tra tre anni, ma anche molto prima”. 

Il Cavaliere non nasconde l’amarezza per quanto accaduto con il cofondatore del Pdl e per le ripercussioni che le scelte di Fini hanno avuto. “Avevamo una maggioranza straordinaria, un governo compatto e una squadra di giovani ministri motivati da grande idealismo, un esecutivo che ha risposto con grande efficacia alle emergenze”,ha detto il premier denunciando la precarietà che è seguita allo strappo con il presidente della Camera. “Non c’era nessuna possibilità che un mandato così largo degli elettori fosse messo in discussione. E invece è successo ciò che è successo e anche domani torneremo a leggere sui giornali internazionali descrizioni di un’Italia tornata inaffidabile” ha aggiunto.

E se da un parte il presidente del Consiglio coltiva ancora la “speranza che ci sia un ricompattamento della maggioranza”,l’avvertimento che lancia i suoi deputati riuniti a Villa Miani è chiaro: se non ci sarà, “al primo incidente serio dovremmo chiedere agli italiani di tornare alle urne”. E se voto sarà, l’impegno di Berlusconi è quello di ricandidare chi in questi due anni ha lavorato bene.

Berlusconi si lascia andare come un torrente in piena e non risparmia critiche taglienti al trio Fini-Casini-Rutelli: “Loro sarebbero la novità? Gianfranco – avrebbe detto – è un vecchio arnese e poi, dove credono di andare?”. Quanto alla rottura con il presidente della Camera il premier spiega ai sui deputati: “Nessuno di noi poteva pensare che saremmo arrivati a questo punto. Sono motivazioni solo personali”. Quindi l’affondo sulla questione, pur senza fare riferimenti espliciti, della casa di An a Montecarlo: “C’è qualcuno che ha speranza verso un leader che è al centro di notizie poco chiare che dovrebbe spiegare”.

Berlusconi non ha nessuna intenzione insomma di farsi più logorare, come ha spiegato ai suoi dopo il voto alla Camera. Nella assoluta convinzione di aver fatto il proprio dovere e nonostante i numeri potrebbero far cadere l’esecutivo il cavaliere non molla. “Se qualcuno pensa a cose diverse, reagiremo – promette ai suoi deputati -, trasformandoci tutti in canali di comunicazione e spiegando alla gente le cose fatte dal governo e i nostri principi”. Infine, un attacco alla stampa e il riferimento alla possibilità di cambiare la legge sulla par condicio (riportato dai alcuni dei partecipanti alla cena a Villa Miani). “Il comportamento dei grandi giornali che hanno dimostrato di esserci avversari – è l’affondo del premier – è uno scandalo dentro lo scandalo”.