Legge di Stabilità: via tetti e franchigie, al vaglio le agevolazioni fiscali

Pubblicato il 6 Novembre 2012 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Spese sanitarie, mutui, istruzione: via i tetti e le franchigie su detrazioni e deduzioni fiscali. E l’ultima ipotesi alla quale lavorano i relatori della legge di Stabilità. L’ipotesi sul tappeto è quella della cancellazione di tutti i tagli agli sconti fiscali previsti. In pratica la cancellazione della retroattività dell’intervento, ma anche del tetto e della franchigia prevista su deduzioni e detrazioni costerà 1,9 miliardi nel 2013, 1 miliardo nel 2014 e 1 miliardo nel 2015.

Già con l’accordo della scorsa settimana l’impianto della legge è stato profondamente cambiato. Niente taglio dell’Irpef, in compenso è stato ipotizzato di evitare il previsto aumento dell’Iva dal 10 all’11%. Lo scambio Irpef-Iva consentirà di far emergere uno ”tesoretto” nel prossimo triennio, anche se mal distribuito: 1,1 miliardi nel 2013, 3,1 miliardi nel 2014 e 2,5 miliardi nel 2015. Queste risorse potranno essere utilizzate, oltre che per evitare l’aumento dell’Iva ora al 10% e per sterilizzare i previsti tagli sulle detrazioni, anche per ridurre il cosiddetto ”cuneo fiscale”, per favorire i salari di produttività e ridurre l’imposizione Irap sul costo del lavoro.

Per il prossimo anno, quindi, a disposizione c’è solo un miliardo. Che farne? I partiti sono quanto mai divisi e il governo ha strettissimo margine di manovra per accontentarli: il Pd vorrebbe aumentare le detrazioni per il lavoro dipendente, l’Udc quelle per chi ha figli a carico, il Pdl vuole un segnale per il lavoro autonomo e le imprese. Ed ecco che il governo sta pensando di metter mano a qual mare magnum delle agevolazioni fiscali. Ecco come sintetizza la questione La Stampa:

All’inizio hanno messo gli occhi sulla enorme mole di contributi alle imprese, in gran parte pubblici. Ci si creda o no, di oltre trenta miliardi di euro distribuiti ogni anno i tecnici del governo non sarebbero in grado di tagliare che qualche centinaio di milioni. Nulla rispetto ai dieci miliardi «aggredibili», la stima dell’economista Francesco Giavazzi. Di qui la decisione di passare al piano B: tentare di rimettere mano alla giungla di oltre 700 agevolazioni fiscali. Della questione si discute ormai da un paio d’anni. Quando i tecnici iniziarono a compilare la lista degli sconti fiscali in vigore, a Via XX settembre c’era ancora Giulio Tremonti. L’idea è abbastanza semplice: fare pulizia fra norme che talvolta consentono due, tre tipi diversi di sgravi per la stessa voce di spesa; uno degli esempi più noti è quello delle agevolazioni per enti no profit e società sportive. Decidere cosa tagliare e cosa no è opera lunga e certosina, soprattutto se si sono avuti mesi per farlo e nel frattempo non si è fatto nulla. Ora però, poiché le agevolazioni più «ricche» sono quelle che vengono garantite alle platee ampie, il taglio finisce inevitabilmente per toccare il sistema di detrazioni in vigore.