M5S vs Colombo sulla giacca. Luigi Di Maio: “Lui che è un c…”

Pubblicato il 7 Marzo 2013 - 17:32| Aggiornato il 9 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “L’abito non fa il monaco”, dicono i parlamentari a Cinque Stelle, che si apprestano ad entrare nei palazzi della politica. Lo faranno in giacca e cravatta, ma contestano che possa essere Emilio Colombo a chiedere il rispetto delle regole. “Proprio Colombo, lui che è un cocainomane“, ha detto Luigi Di Maio, deputato di 26 anni. Il 15 marzo sono fissate le prime sedute delle Camere. Onorevoli e senatori si insedieranno e subito dopo provvederanno a votare i presidenti di Camera e Senato. Sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama, i neoeletti di Grillo vestiranno come richiede il regolamento.

La questione, certamente non centrale, torna tuttavia d’attualità a ogni inizio legislatura. Alla Camera ricordano ancora quando il no global Francesco Caruso si presentò ai tornelli in maglietta nera e stella rossa. “E chist chi e’? Nu bit”, lo accolse sdegnato il deputato napoletano Mario Pepe. Poco inclini alla forma, se fosse per loro i parlamentari del Movimento di Grillo e Casaleggio proverebbero a fare a meno degli abiti d’ordinanza del Palazzo. Ma in queste ore sembrano averci ripensato.

In fondo, ragionano sui social network, “l’abito non fa il monaco”. E se loro vogliono aprire il Parlamento come una scatola di tonno, qualche fastidio devono metterlo in conto. A poco valgono dunque le minacce, come quella di Emilio Colombo. Il 93enne senatore a vita, che presiederà la prima seduta d’aula in qualità di senatore anziano, ha minacciato preventivamente i grillini di buttarli fuori se non si presenteranno in giacca e cravatta.

“Ci tengo a dire che non avrò nessun problema a mettere la giacca e la cravatta quando andremo in Parlamento”, spiega Luigi Di Maio, laureando in giurisprudenza di 26 anni, appena eletto deputato. “Quello che mi secca- aggiunge il parlamentare di Pomigliano d’Arco- è che sia un “cocainomane (intercettato)” come Emilio Colombo a minacciare ripercussioni nel caso non lo facessimo. Se Colombo avesse avuto la stessa solerzia nel cacciare dal Parlamento quelli in giacca e cravatta che, ad esempio, intascavano tre milioni di euro per cambiare casacca… forse questa sarebbe un’Italia migliore! E forse si sarebbe ‘cacciato’ anche lui”, spiega.

Polemiche a parte, l’ipotesi di rinunciare alla cravatta non è nuova per il Senato è potrebbe ritornare in questa legislatura. Il radicale Marco Perduca e i senatori ecodem Ferrante e Della Seta provarono ad abolirla con una proposta di legge ad hoc la scorsa estate. Senza cravatta fa più fresco, e si risparmia sull’aria condizionata.