Caso Lusi: si indaga su altri 300 assegni da 30 mln, altri sapevano?

Pubblicato il 18 Febbraio 2012 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Luigi Lusi (Foto LaPresse)

ROMA – Il caso Lusi nella Margherita, e quindi nel Pd, si ingrossa: i pm sospettano che ci siano altri 30 milioni di euro che l’ex tesoriere, o qualcun altro del partito, hanno sottratto al partito. Allo stesso tempo, intanto, i giudici hanno rigettato la richiesta di patteggiamento avanzata da Lusi e hanno iniziato a sequestrargli i beni.

Sospetto su altri 30 milioni. La Procura ha svolto delle indagini sulla movimentazione dei conti correnti bancari della “Margherita” nel quinquennio 2007-2011. Da un primo screening su questi estratti conto accesi dal partito presso la Bnl, al netto dei 13 milioni e 600 mila euro sottratti da Lusi attraverso bonifici alla “TTT” (di cui per altro esiste già, insieme all’evidenza documentale, anche la confessione dell’ex tesoriere), ci sono infatti almeno 30 dei 70 milioni movimentati complessivamente “in uscita” tra il 2007 e il 2011 dalla “Margherita” che vengono ritenuti “di un qualche interesse investigativo”.

Si tratta di almeno trecento operazioni, la maggior parte delle quali con assegni bancari di importo consistente, di cui la Procura intende ricostruire, insieme ai beneficiari, anche le causali.

Niente patteggiamento- Il patteggiamento non è possibile per il senatore Luigi Lusi: non c’è, infatti, la garanzia che possa restituire (in parte) il maltolto, ecco perché il patrimonio di Lusi è stato colpito da un primo sequestro giudiziario. Sequestrati gli asset acquisiti con il denaro sottratto alla Margherita, oltre 5 milioni in quote societarie e immobili.

Venerdì sono state sequestrate le due società immobiliari di Lusi, proprietarie dell’appartamento di via Monferrato, nel centro di Roma, e della villa di Genzano. Nei giorni scorsi Lusi ha proposto la restituzione di cinque milioni di euro dapprima attraverso una fideiussione, ritenuta inadeguata dalla Margherita e, successivamente, il pegno delle quote delle società immobiliari.

Intanto i pm Caperna e Pesci hanno sentito come testimone Giuseppe De Meo, direttore generale della Margherita ed esperto di questioni contabili. Secondo quanto si è appreso, nel corso dell’atto istruttorio sono stati chiesti al teste chiarimenti in merito ad alcune movimentazioni di denaro riconducibili a Lusi indicate nei rendiconto acquisiti nei giorni scorsi.