Vladimir Luxuria, Rita Bernardini, Clio Napolitano: ecco tutte le donne che non sfileranno in piazza il 13

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non tutte le donne aderiscono alla manifestazione che si terrà domenica 13 febbraio per la dignità delle donne che ha come slogan “Se non ora quando?“.  Molte tra quelle che non aderiscono, credono che si possa criticare senza aver bisogno di scendere in piazza. Molte di loro si sentono “usate” solo per andare contro Berlusconi, altre invece pensano che, per contestare le storie del bunga bunga, non serva per forza “sturmentalizzare” altre donne. Eccone alcune qui di seguito:

Clio Napolitano, moglie del capo dello Stato. “Mi piacerebbe che si affrontasse qualche problema più di sostanza” – ha dichiarato sottolineando di affrontare “questo momento storico con turbamento ma anche con speranza”.

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia rileva invece che “premiare il merito premia in automatico le donne.

La deputata radicale Rita Bernardini: “Non ho aderito quando il Pd voleva che Berlusconi venisse in aula per chiedere scusa alle donne, figurarsi adesso”, dice. “Non ho mai visto raccolte di firme e manifestazioni per la difesa della dignità femminile: siamo l’ultimo Paese in Europa per occupazione femminile e sono in pericolo conquiste come l’aborto”, conclude.

“È sfacciato parlare di silenzio complice delle donne” quando non si ascolta l’universo femminile, sostiene la storica Anna Bravo.

Non ci sarà anche la critica cinematografica Anselma Dell’Olio che parla di “giudici con un atteggiamento farisaico”. La vera battaglia da fare è “distruggere il ‘soffitto di cristallo’ che impedisce a tante donne in gamba di fare carriera”.

Di moralismo sgradito parla anche Vladimir Luxuria, una che in Parlamento e fuori ha battagliato per i diritti di genere: “Non è una battaglia per i diritti civili: destra e sinistra tirano i preti per la tonaca indicando i modelli per le famiglie”. In fondo, “conta quello che un parlamentare fa o non fa politicamente e non sotto le lenzuola e qui non si distingue più tra reato e peccato”. Ed è proprio Luxuria, pur auspicando maggiore meritocrazia, a ricordare che “l’autodeterminazione del corpo va accettata in tutte le forme”.

Anche Diotima, la filosofa al femminile Luisa Muraro, si è sganciata dalla manifestazione: “C’è pericolo che la manifestazione venga strumentalizzata”, ha commentato aggiungendo che non bisogna “onsegnarci ciecamente a operazioni politiche”.

Non c’è un confine a delimitare la buona femminilità, afferma invece la scrittrice Chiara Gamberale: “Non mi sono mai sentita messa in discussione da chi usa testa, corpo e cuore in modo diverso”.

Si sfila anche Simona Ventura, che nei giorni scorsi aveva detto:”Si parla sempre del Drago. Eppure non vedo le vergini. Ognuno è libero di fare quello che vuole con il proprio corpo”.

Per Raffaella Curiel, famosa stilista milanese, la piazza non è chic. “Non ho nessuna intenzione di andare alla manifestazione. Chi fa alta moda non va in piazza”.

Infine, non saranno in paizza anche le due atlete azzurre Valentina Vezzali e Francesca Schiavone.