Ms5 rassicura Pd: “Nessun altro tavolo aperto”. Di Maio alza la posta: “Si fa come dico io o…”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 23 Agosto 2019 - 21:20| Aggiornato il 24 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Di Maio, governo M5s Pd

Luigi Di Maio dopo l’incontro tra M5s e Pd (Foto ANSA)

ROMA – Il primo incontro tra M5s e Pd si è svolto il 23 agosto. I leader dei partiti e le loro delegazioni hanno discusso i punti del programma che potrebbe far partire un nuovo governo di maggioranza, come richiesto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I Cinquestelle hanno rassicurato i democratici: “Non c’è nessun altro tavolo aperto”. Un riferimento alle richieste di una ritrovata alleanza con la Lega, che è quindi ora esclusa.

Orlando, del Pd, chiede garanzie e che M5s dica chiaramente a Mattarella che un’apertura e un’alleanza è possibile. Un modo per scongiurare lo scioglimento delle Camere che il Capo dello Stato ha promesso in caso di mancato accordo tra le parti. Luigi Di Maio però ricorda ai potenziali alleati: “O si fa come dico io, o salta tutto”.

A rallentare le intese sono le forti divisioni all’interno di M5s e Pd, da sempre “nemici”. Alessandro Di Battista chiede di “alzare la posta”: Tutti ci cercano”. Parole con cui torna ad aprire alla Lega. Beppe Grillo invece elogia il premier dimissionario Giuseppe Conte: “Guai a trattarlo come una figurina da scambiare”.

Per il Pd, fin da subito dopo l’incontro, si è parlato di “clima positivo”. Per Delrio e Orlando “non c’è niente di insormontabile” per il raggiungimento di un accordo. Orlando ha una sola richiesta, al momento, ai Cinque stelle: “Chiarire che questa è l’unica interlocuzione possibile”.

Anche la delegazione M5s composta da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, con i loro vice, Francesco Silvestri e Gianluca Perilli, dopo l’incontro hanno conferma il “clima costruttivo” e sottolineato di aver chiesto “garanzie sul taglio dei parlamentari”. Poi assicurano: “Non abbiamo in calendario altri tavoli in corso con altre forze politiche”. Orlando però più tardi insiste: “Mi pare sia importante che questo sia detto in modo chiaro al capo dello Stato”.

La delegazione formata da Orlando, Delrio e Marcucci nel tardo pomeriggio si dichiara a favore del taglio dei parlamentari, “ma riteniamo che vada accompagnato da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. È questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi”.

Poi arriva la doccia gelata di Di Maio, che sembra voler alzare la posta in gioco: “O il Pd fa come diciamo noi oppure salta tutto”. Anche Di Battista è convinto che bisogna alzare la posta e parla di porte spalancate al Pd, ma non esclude nemmeno un ritorno di sintonia con la Lega.

In serata a parlare è anche Grillo, che in un post sul blog elogia il premier Conte: “Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte la sua levatura ed il fatto che ci abbia restituito una parte della dignità persa di fronte al mondo intero”.

Intanto continua il pressing della Lega di Matteo Salvini su M5s da Facebook: “Veramente volete portare al governo il partito di Bibbiano? Le porte e le vie della Lega sono infinite pur di evitare un esecutivo con Renzi”. Giancarlo Giorgetti al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione evidenzia invece che “tutti o quasi tutti i dieci punti presentati da Di Maio sono già parte integrante del contratto di governo M5s-Lega”.

Tra i favorevoli all’accordo del Pd c’è anche Manlio Di Stefano: “In questo momento c’è un tavolo col Pd e credo che non sia prevedibile un fallimento: Mattarella è stato chiaro, vuole un governo credibile e duraturo. Salvini ha tradito ed è inaffidabile: e io non vedo una Lega senza Salvini”.  

Poche ore dopo l’incontro, non è mancata la dichiarazione di Maria Elena Boschi che lancia una stoccata a Di Battista: “Dice che Zingaretti è terrorizzato da Renzi? Lui deve occuparsi del M5S, stia tranquillo che per quanto riguarda il Pd noi abbiamo garantito che lavoriamo nell’interesse del Paese, secondo gli impegni assunti in direzione”.

E aggiunge: “Spero che Di Battista non lavori per far saltare una possibile nuova maggioranza. Le accuse ingiuste e le offese da Di Battista nel passato adesso le metto da parte per il bene dell’Italia. Noi siamo d’accordo con linea che il segretario ha dato in direzione e che si basa su 5 punti molto chiari e sull’idea di aprire un confronto serio con il M5S. Mi pare che sul punto più delicato, il taglio dei parlamentari, oggi ci siano stati dei progressi”. 

Il tempo stringe, l’apertura sembra completa, ma Mattarella ha già manifestato insoddisfazione per l’inconcludenza dimostrata dai partiti nelle consultazioni. Nessun incontro è previsto nel weekend tra Di Maio e Zingaretti, fanno sapere da M5s, ma entro martedì 27 agosto dovranno trovare una intesa da portare al presidente. Poi ci saranno 48 ore per le consultazioni e se non ci sarà un nuovo governo, Mattarella scioglierà le Camere. (Fonte ANSA)