Berlusconi e “un anno da schifo”. Il governo: “Senza Monti fuori dall’Eurozona”

ROMA – “Un anno da schifo”. No, “Senza governo Monti non ci sarebbe l’Eurozona”. Mario Monti, un anno dopo. Tempo di bilanci e in 24 ore i bilanci fatti sono due che più diversi non si può. Il primo è quello fatto dall’inquilino che fino a 12 mesi fa occupava le stanze di palazzo Chigi. Venerdì Silvio Berlusconi ha diffuso il suo personale voto: “Un anno di dati economici disastrosi, il 70 per cento degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti”. E spiega:”Bisogna avere il coraggio di cambiare, vediamo un po’ cosa si potrà fare da qui alle elezioni”.

Sabato mattina il governo risponde e lo fa per via ufficiale. Non commento di Mario Monti ma comunicato scritto di palazzo Chigi. Il bilancio è questo: “Forse oggi, senza le politiche di rigore messe in atto dall’esecutivo non ci sarebbe più l’Eurozona. O sarebbe notevolmente ristretta come dimensione geografica, senza quello che l’Italia, con uno sforzo collettivo di cui non si ricordano molti precedenti nella storia repubblicana, è riuscita a compiere”.

 ”Questo governo è nato sull’onda dell’emergenza, trovandosi di fronte ad un bivio drammatico: lasciar affondare il Paese o sforzarsi di uscire dalla palude. Tra questi due estremi il primo passo è stato compiuto ed è quello del risanamento, che era condizione preliminare per ogni altro obiettivo”. Sono solo alcuni estratti dall’introduzione del documento pubblicato dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi, dal titolo ‘Un anno dopo: il governo, l’Italia, i cittadini’.

“Dopo un anno l’Italia è saldamente sulla via del cambiamento, di certo è un’Italia che adesso può guardare con più fiducia verso il suo futuro. Un futuro che sarà prospero se si continuerà sulla strada intrapresa, senza disperdere il lavoro che è stato compiuto fino ad oggi. Un lavoro che passa attraverso cinque parole che ridisegnano la nuova Italia: credibilità, coesione, responsabilità, legalità e visione”.

Il documento lascia spazio anche a quella che somiglia a una nota di rammarico: ”Molto di più si sarebbe dovuto fare in favore delle classi più disagiate del Paese. Soprattutto – si legge – per sostenere le famiglie che con il loro welfare sono vero tessuto produttivo grazie al quale l’Italia non ha subito un contraccolpo negativo, come ad esempio è successo negli Stati Uniti”. Ad ogni modo ”non sono state fatte promesse né alimentate illusioni”.

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