Matteo Renzi: “Governo di un anno senza paura di Grillo”

Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 09:47| Aggiornato il 6 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Matteo Renzi, vero uomo forte del Pd dopo i disastri della gestione di inizio legislatura, offre diagnosi e terapia per restituire centralità e onore al partito: governo di un anno mettendoci la faccia e indicando un nome, poche cose per dare ossigeno ai cittadini, presidenzialismo, rinnovamento interno per non morire di correnti. Intervistato da Claudio Tito per Repubblica, il sindaco parla da leader in pectore, spronando i suoi a sfidare l'”infingardo” Grillo e a non aver paura del cosiddetto popolo del web.

La diagnosi sul partito. “Partiamo da quel che è successo. Il Pd ha avuto una strategia perdente in quasi tutto. Ha inseguito le formule e i tatticismi regalando la leadership della discussione una volta a Grillo, una volta Berlusconi. Ha rincorso e non ha guidato. Questa è una settimana decisiva per imprimere una svolta”.

L’analisi del momento. “Il problema, quello vero, è il lavoro. Basta con le discussioni tecniche, basta annunciare provvedimenti di legge che poi non si realizzano mai. Bisogna semplificare e sburocratizzare. Nei primi cento giorni di governo si semplifichi la normativa sul lavoro, si proceda con gli sconti fiscali per i neo assunti. La riforma Fornero è un papocchio, non ha agevolato alcunché. Quando il paese la smetterà di discutere di questo e inizierà a parlare dei 450 mila nuovi disoccupati, allora tutto si potrà risolvere. Il resto è ideologia. Le aziende stanno chiudendo. Dobbiamo semplificare liberando le energie. Il Paese è paralizzato, i cittadini stanno soffrendo. Questa è la vera emergenza”.

Costi della politica e sfida a Grillo. “Io dico: taglio netto non ai costi ma ai postidella politica. Via il finanziamento pubblico dei partiti. Trasparenza nelle spese dei partiti e della Pubblica amministrazione. Io non voglio darla vinta ai grillini. Sugli “open data” siamo più bravi noi. La trasparenza non è lo streaming, non è il Grande fratello, non è la morbosità ma è rendicontare le spese. È sapere cosa ci fa Grillo in Costa Rica”.

Voto o larghe intese? “Non mi interessa questa discussione sulle larghe intese o su Berlusconi. Non mi preoccupa il Pdl, con loro abbiamo già fatto un governo. Pensiamo a quel che si deve fare. Tutti sanno che io sono per andare a votare subito, ma è evidente che dopo la conferma di Napolitano al Quirinale le urne sono improbabili. Vogliamo continuare a parlare di questo o di cosa fare? Io preferisco indicare le priorità,altrimenti buttiamo altri giorni preziosi”.

“Io ci sono”. “Non so come, non so quando ma io ci sono. Ora non voglio aprire un dibattito su di me, non sono in cerca di una seggiola. Io in questo partito ci sono e ci resterò con Fassina e con Orfini. Non mi candiderò per il gusto di candidarmi. Bersani ha vinto alle primarie ma la sua linea è stata sconfitta. Il partito vuole vincere con una linea diversa? Io ci sono. Vuole proteggere solo la sua classe dirigente? Non ci sono. Vuole cambiare l’Italia? Allora cambiamo il partito per cambiare l’Italia e io ci sono. Rifondiamolo con un riformismo che scalda i cuori, con un’anima. Dobbiamo essere capaci di esprimere un nuovo racconto». «Non ho capito qual è il suo progetto. Ci vedremo. Io voglio un partito che coinvolga le persone e le speranze ideali. Un partito concreto. Su questo anche Barca ben venga”.