Maurizio Gasparri: “Berlusconi, per il Colle è un leader incontrastato”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Agosto 2013 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA
Maurizio Gasparri (LaPresse)

Maurizio Gasparri (LaPresse)

ROMA –  ”Dobbiamo partire da un’affermazione importantissima di Napolitano che mi ha particolarmente colpito”, ”lì dove scrive che Berlusconi è il ‘leader incontrastato’ di un partito che ha un largo seguito nel Paese”.

Lo dice al Corriere della Sera Maurizio Gasparri, vicepresidente Pdl al Senato, per il quale le parole di Napolitano implicano ”la necessità per Berlusconi di avere una piena agibilità politica, cioè la possibilità di essere non solo il leader sostanziale del Pdl, ma anche quello formale, a tutto tondo, a trecentosessanta gradi”.

”Questo vuol dire – prosegue – che deve essere candidabile e non decaduto. Ma a quest’ultimo aspetto ci penserà la giunta del Senato, a partire dal 9 settembre. Quanto all’incandidabilità in questi giorni, i tecnici, gli avvocati, devono studiare bene la cosa, quale sia il percorso tecnico per ottenere il risultato politico: se sia la richiesta di grazia, o di commutazione della pena, di quella principale o di quelle accessorie. Ma non ci si sottopone a nessun percorso se non si ottiene la completa agibilità politica”. Gasparri invita insomma a guardare il bicchiere ”mezzo pieno”.

Il presidente Napolitano, aggiunge, ”oltre al riconoscimento della leadership di Berlusconi, in realtà, ha ripreso molti dei nostri punti di vista. Ha sottolineato la necessità della riforma della giustizia, e ha parlato della criticabilità delle sentenze”.

Ecco l’intervista di Maria Antonietta Calabrò a Maurizio Gasparri, pubblicata dal Corriere

«Ancora alcuni giorni di riflessione. Ma intanto é importante capitalizzare tutti gli aspetti positivi contenuti nella nota del presidente della Repubblica».

Maurizio Gasparri non ha dubbi che il Capo dello Stato abbia aperto «un percorso».

Che tipo di percorso?

«Dobbiamo partire da un’affermazione importantissima di Napolitano che mi ha particolarmente colpito»

Quale?

«Lì dove scrive che Berlusconi è il “leader incontrastato” di un partito che ha un largo seguito nel Paese. Ecco: usa proprio l’espressione “leader incontrastato”. Non perché non sia contrastabile, ma perché il fatto che sia incontrastato è un dato che nessuno può disconoscere».

Però Napolitano cita espressamente un precedente di un altro ex presidente del Consiglio, condannato in via definitiva, che evitò il carcere ma chiese l’affidamento ai servizi sociali, cioè Arnaldo Forlani… Bisogna prendere atto della sentenza, scrive il Presidente…

«Ma sa qual è la differenza?»

Qual è?

«Che Forlani venne condannato in base ad un’azione della magistratura che usò certamente due pesi e due misure nei confronti della Dc e del Psi, rispetto al trattamento riservato al Pds. Ma l’opinione pubblica era ormai ostile. Si era veramente alla caduta di un regime. Berlusconi invece ha un largo consenso nel Paese. È questa la differenza ed essa è ben presente al capo dello Stato».

Perché lei dà tanta importanza all’ aggettivo “incontrastato”?

«Perché è quello che porta con sé la necessità per Berlusconi di avere una piena agibilità politica, cioè la possibilità di essere non solo il leader sostanziale del Pdl, ma anche quello formale, a tutto tondo, a trecentosessanta gradi. Questo vuol dire che deve essere candidabile e non decaduto. Ma a quest’ultimo aspetto ci penserà la giunta del Senato, a partire dal 9 settembre. Quanto all’incandidabilità in questi giorni, i tecnici, gli avvocati, devono studiare bene la cosa, quale sia il percorso tecnico per ottenere il risultato politico: se sia la richiesta di grazia, o di commutazione della pena, di quella principale o di quelle accessorie. Ma non ci si sottopone a nessun percorso se non si ottiene la completa agibilità politica».

Non può non ammettere che alcuni del suo partito sono rimasti delusi…

«C’è chi guarda al bicchiere mezzo vuoto, io mi concentrerei invece su quello mezzo pieno. Il presidente Napolitano, oltre al riconoscimento della leadership di Berlusconi, in realtà, ha ripreso molti dei nostri punti di vista. Ha sottolineato la necessità della riforma della giustizia, e ha parlato della criticabilità delle sentenze… Non mi sembra poco. Saranno i tecnici a dirci come fare a venire fuori da questa situazione».

Criticabilità delle sentenze, non vuol dire non eseguirle…

«I fatti che stanno emergendo sul presidente di sezione della Cassazione, Esposito, insinuano più di un dubbio».

Qualcuno dice: ma è la macchina del fango…

«No, no, è fare informazione. Moltissimi esponenti politici di primo piano, ma non ho parlato con Berlusconi di questo, sono rimasti colpiti ad esempio da quanto riportato dal Sole 24 Ore , ieri: cioè da quanto emerge dalle intercettazioni del prefetto La Motta, l’ex numero due del servizio segreto interno, attualmente in carcere, che qualche mese fa chiedeva al figlio di Esposito (pm a Milano e sottoposto a un procedimento disciplinare archiviato pochi giorni prima che suo padre pronunciasse la sentenza Mediaset) di metterlo in contatto con il padre. È una circostanza un po’ inquietante. Ecco questi giorni devono servire a capitalizzare consenso e fare informazione».