Monti: “L’ultima manovra di sacrifici? Lo spero, ma non sono disperato”

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (LaPresse)

ROMA – “Sento che tutti abbiamo a cuore lo stesso obiettivo, il bene dell’Italia. Se tutti faremo il nostro dovere e continuerà il senso di responsabilità io non ho nessun dubbio, l’Italia si salverà”. Mario Monti dopo aver ringraziato il Parlamento per la fiducia accordata entra subito nel vivo, promette nuove misure per la crescita perché “non esiste una fase uno sui conti e una due sullo sviluppo ma un’interazione continua” ma poi gela il Parlamento.

Per il presidente del Consiglio, infatti, che questa sia l’ultima manovra di sacrifici per l’Italia ad ora è una “speranza”, non una certezza. Non manca una risposta indiretta ma chiara a Silvio Berlusconi: “Non sono disperato – spiega il premier – il senso di colpa è sparito quasi subito”. Mentre il premier parla, il suo predecessore abbozza un sorriso. Per le controrepliche ci sarà tempo.

Esauriti i ringraziamenti Monti parte dal rapporto tra il nostro Paese e l’Europa:  “Con i conti pubblici risanati – secondo il premier, l’Italia – sarà anche in grado di far sentire la sua voce in Europa. Visto – e qui arriva la stoccata alla Ue – L’Europa è carente in politica comunitaria, sviluppo e crescita”.

“Mi permetto di ricordarvi” dice il premier rivolgendosi ai parlamentari – “so che non dovrei dire noi e voi, ma è solo una questione tecnica, siamo accomunati dalla stessa intrapresa – (e questo passaggio è sottolineato da un applauso) – la scelta non è tra vivere così o come prima. Senza manovra sono a rischio i risparmi degli italiani, soprattutto quelli piccoli, il benessere di intere generazione”. Insomma, per Monti, il “rischio era massimo. E lo è ancora per certi aspetti perché non tutto dipende da noi. Ma quello che dovevamo e potevamo fare lo abbiamo fatto e subito”.

Quindi Monti analizza le correzioni alla manovra: “Il lavoro delle commissioni è stato utile per l’equità della manovra. Grazie alle commissioni sono arrivati per esempio gli aiuti alle famiglie. Noi la fiducia l’abbiamo messa sull’emendamento delle commissioni, non su quello del governo. Noi ringraziamo il governo per la fiducia e per il concreto impegno a varare un provvedimento”.

“Sarà questa l’ultima manovra di sacrifici?” E qui Monti gela il Parlamento che infatti rumoreggia: “Lo spero. Dipenderà da tutti noi, dalla nostra capacità di presentarsi uniti e credibili ai mercati. Saremo più credibili quante più riforme strutturali faremo. E abbiamo già iniziato. Segnalo che in questo pacchetto ci sono diverse misure strutturali, pensioni, lotta all’evasione dove abbiamo fatto più di chiunque altro”.

Monti quindi invita a non sottovalutare gli elementi di crescita presenti nel decreto. Il decreto ammonta a 30 miliardi di euro: 20 per ridurre il disavanzo ma 10 vanno da subito allo Sviluppo. E lo faremo da subito. Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato misure proposte dal ministro della giustizia per consentire maggiore civiltà in caso di fallimenti”

Su sviluppo e debito Monti è chiaro: “Non c’è una prima e una seconda fase. Ma un’interazione continua tra occhio al debito e crescita”.

Secondo il premier, quindi, occorre ”ridurre la fiscalità occulta che grava sui consumatori non perché c’è un gettito per lo Stato ma perche’ altri cittadini gravano con extra-profitti sulla situazione dei primi”.

La conclusione è ancora una volta nel segno dell’ottimismo:  ”Il sottoscritto e’ pieno di speranza e di fiducia, vi invito a condividerla”.  E dai banchi del Terzo Polo e del Pd parte la standing ovation. Dalla Lega, invece, durante l’intervento le solite contestazioni. Agli irrequieti si aggiunge “Noi sud” che sventola cartelli su cui campeggia la scritta “Monti uccide il sud”.