Nozze gay di Paola Concia, il tribunale di Roma dice no alla trascrizione

Pubblicato il 12 Febbraio 2013 - 18:35| Aggiornato il 22 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il tribunale di Roma ha detto no al matrimonio gay celebrato in Germania tra la parlamentare Pd, Anna Paola Concia, e la sua compagna, Ricarda Trautmann. La prima sezione civile del Tribunale ha rigettato la richiesta di trascrizione, per vuoto legislativo sulla materia. La Concia ha indetto una conferenza stampa per mercoledì a Montecitorio, nel corso della quale annuncerà un ricorso alla Corte Euopea dei Diritti dell’Uomo.

“Non me lo aspettavo”, ha commentato a caldo Concia in uscita dal tribunale. “Ci aspettavamo che tenessero in conto tutte le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione, che soppesassero il fatto che siamo in Europa e che mia moglie è tedesca e io l’ho sposata lì”.

Una situazione “allucinante“, secondo la deputata Pd, che la accomuna alla coppia gay che martedì sera esordirà sul palco di Sanremo: “Si sposano il 15 – ha spiegato Concia – ma nessuna istituzione riconoscerà il loro legame. Ricarda ed io abbiamo il problema che la nostra famiglia è in due Paesi diversi: lei vive in Germania. Abbiamo due Paesi e due situazioni di diritti diverse: lei all’anagrafe tedesca si chiama Ricarda Concia”.

Ricarda, racconta la Concia, è una criminologa affermata nella sua città: “Si occupa di perizie ed è a capo di un grosso studio che si occupa di recupero dei condannati, è persona molto stimata.In Germania non abbiamo avuto problemi: ci siamo sposate al Comune di Francoforte e la registrazione è stata immediata. Qui in Italia la battaglia continua. Noi dovremo fare una legge. Perché, come potete constatare, è ormai davvero necessaria”.

Concia e Trautmann si sono conosciute a Roma e dal 2009 convivono in un appartamento della Capitale. Poi nel 2011 le nozze a Francoforte. Da sempre la deputata Pd si è prodigata a favore dei diritti degli omosessuali e le sue battaglie le sono costate insulti e aggressioni. L’ultima ad aprile 2011 quanto un uomo l’assalì  mentre era in compagnia di Ricarda, urlando: “Lesbiche nei forni”. Ma per ora, in assenza di una legislazione in materia, i giudici romani hanno dovuto negarle il diritto di vedere riconosciuta la sua unione.