Secondo gli exit poll diffusi da Termometro Politico, Giuliano Pisapia avrebbe vinto le primarie del centrosinistra di Milano. Nei 17 seggi in cui sono state raccolte le indicazioni di voto, l’avvocato ex parlamentare del Prc ha raccolto preferenze tra il 43 e il 47% mentre l’architetto Stefano Boeri, sostenuto dal Pd è rimasto fermo tra il 37 e il 41% dei consensi.
Il costituzionalista Valerio Onida ha ottenuto tra il 13 e il 15% dei voti, mentre l’outsider Michele Sacerdoti non ha superato il 2%. Secondo la ricerca coordinata da Lorenzo Pregliasco il margine di errore di questa rilevazione sarebbe contenuta entro una forchetta del 2%.
La vittoria di Pisapia, che arriva nel giorno in cui Silvio Berlusconi ha ufficializzato con un ”in bocca al lupo” la ricandidatura di Letizia Moratti durante una convention del Pdl proprio a Milano, è destinata a creare un terremoto nel Pd. Come Nichi Vendola, che non a caso è venuto a Milano per tirargli la volata, anche Pisapia è riuscito a battere il candidato scelto dal Pd, Stefano Boeri, coinvolgendo il popolo delle primarie. ”Le primarie sono il metodo per individuare il candidato destinato alla sconfitta”, e’ stato il commento del governatore lombardo Roberto Formigoni.
Eppure Pisapia, candidato poco affine all’elettorato moderato, potrebbe dare filo da torcere a Letizia Moratti, a maggior ragione se la sua vittoria aprisse al centro lo spazio per la candidatura ”terzista” dell’ex sindaco Gabriele Albertini. Per tutta la giornata l’affluenza nei 128 seggi è stata sostenuta, superiore a quella della consultazione del 2006. E il flusso lento e continuo di elettori della mattina si è intensificato all’ora di pranzo e a metà pomeriggio quando sono comparse le prime file.
Come ormai consuetudine le primarie sono state l’occasione per vedere sfilare alcuni dei nomi più importanti della borghesia milanese di area progressista. Sono arrivati ai seggi l’ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo con la moglie Sabina Ratti, il patron dell’Inter Massimo Moratti, gli architetti Gae Aulenti e Vittorio Gregotti, l’ex presidente della Consob Guido Rossi, l’editore Alessadro Dalai, il premio Nobel Dario Fo con la consorte Franca Rame. A riprova della tensione accumulata in due mesi di campagna, nemmeno a urne aperte si sono placati gli screzi tra i candidati e, soprattutto, tra i rispettivi staff.
Motivo del contendere la presunta violazione del ”silenzio elettorale” su Facebook, che il consigliere comunale del Pd Davide Corritore, sostenitore di Giuliano Pisapia, ha denunciato dopo aver letto appelli al voto sulla fan page di Stefano Boeri e, in seguito, anche sulla pagina del Pd nazionale. La polemica ha innescato acerrimi scambi di battute tra gli internauti; ma tutto e’ rientrato quando dai social network sono stati tolti i post datati 14 novembre”.