Anac, Raffaele Cantone risponde a Conte: “Mio mandato scade nel 2020”

Anac, Raffaele Cantone risponde a Conte: "Mio mandato scade nel 2020"
Anac, Raffaele Cantone risponde a Conte: “Mio mandato scade nel 2020”

ROMA – “Il mio mandato scade nel 2020”. Così il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, replica alle parole pronunciate ieri alla Camera dal premier Giuseppe Conte. “Non abbiamo i risultati che ci attendevamo – aveva attaccato Conte – e forse avevamo investito troppo”. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Parole che Cantone rispedisce al mittente, facendo sapere di essere determinato a portare avanti il suo lavoro all’anticorruzione. E pensare che un tempo Cantone godeva di una certa stima e credibilità tra i 5 Stelle, tanto da essere inserito nella lista dei candidati alle Quirinarie. Ma ora l’ex pm che Renzi ha messo ai vertici dell’Autorità contro la corruzione e che due anni dopo ha portato con sé dal presidente Obama presentandolo nel team degli italiani illustri, ai grillini sembra stare scomodo.

Ai cronisti che lo hanno intercettato a margine di un convegno all’Università Luiss, Cantone ha detto di non sentirsi affatto sotto assedio: “Sono tranquillo”, ha risposto ribadendo di voler continuare a fare il suo lavoro. In mattinata il presidente Anac ha incontrato pure il neo ministro dei Trasporti, il grillino Danilo Toninelli, col quale gli attriti sembrano essersi appianati.

“Il mio ministero intende aprire un tavolo di confronto per le migliorie legislative che servono – ha detto Toninelli dopo l’incontro – Cercheremo la massima collaborazione con Anac, nella convinzione che bisogna voltare pagina rispetto ai troppi scandali del passato”.

Cose da migliorare? Tra le altre idee lanciate da Conte c’era quella di “una sorta di certificazione anticipata” per “procedere più speditamente alle gare”. Un istituto che in realtà – fanno notare all’Anac – esiste già: è la vigilanza collaborativa, una verifica preventiva degli atti di gara già adottata per Expo come per la ricostruzione post-sisma. Quanto alla necessità di ridare slancio agli appalti pubblici, i dati 2017 mostrano che sono già in ripresa. Dall’Authority era trapelato anche l’invito a Conte, “nell’ambito dello spirito di collaborazione istituzionale”, a partecipare al Senato il 14 giugno alla Relazione annuale dell’Autorità “per conoscere l’attività svolta e su quali parti eventualmente potrebbe essere utile intervenire”.

Intanto Toninelli ha dato la sua ricetta: “Semplificazione per far ripartire gli investimenti e liberare le energie del Paese. Trasparenza per garantire legalità ed efficacia alla lotta anti-corruzione. Il settore degli appalti pubblici può e deve coniugare sburocratizzazione e rigore etico”, ha sottolineato Toninelli. “La corruzione – ha spiegato – fiorisce soprattutto laddove c’è eccessiva discrezionalità nelle decisioni, accompagnata da complessità e opacità nelle regole. Ecco perché una reale semplificazione, a favore soprattutto degli enti locali che devono investire per migliorare le loro infrastrutture e i servizi ai cittadini, può e deve coniugarsi con controlli più penetranti, in maniera da colpire non solo la pratica della mazzetta, ma anche e soprattutto quell’area grigia in cui prospera la collusione tra colletti bianchi, imprenditori compiacenti e criminalità organizzata”-.

Sempre oggi, tra l’altro, sono arrivate critiche anche dal leader dei 5 stelle e nuovo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che all’assemblea di Confcommercio ha detto che il codice degli appalti “è diventato così complicato che terrorizza”. Insomma il rapporto tra Cantone e il governo giallo-verde si profila piuttosto travagliato.

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