Rai-Agcom: Berlusconi chiamò i carabinieri per un esposto ad Annozero

Pubblicato il 18 Marzo 2010 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA

Altra puntata della “saga” Rai-Agcom nelle intercettazioni di Trani. Dal fascicolo della procura pugliese emerge un presidente del Consiglio ossessionato dalla trasmissione “Annozero” di Santoro e intenzionato a fare di tutto per “aprire il fuoco” sui talk show politici della Rai, così da farli chiudere tutti. Tra ottobre e novembre il premier si attacca al telefono di continuo. Chiama Giancarlo Innocenzi e Mauro Masi chiedendo di fare qualcosa per chiudere tutti i talk show. Chiama anche i Carabinieri per chieudere un esposto contro Santoro.

Urla, si arrabbia, fa richieste che non vengono soddisfatte. Si infuria perché, dice, quei programmi che lo attaccano minano la sua incolumità tanto che, racconta in una telefonata a Innocenzi, ha dovuto dormire due notti a palazzo Chigi perché lo avevano avvisato di un attentato progettato ai suoi danni. E non solo. Il premier parla anche di una lettera minatoria con cinque pallottole indirizzata al suo legale Niccolò Ghedini.

La chiamata ai Carabinieri. E’ metà ottobre e il premier chiama il generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, chiedendogli di fare un esposto contro il programma di Santoro per le parole anticarabinieri pronunciate durante Annozero. Della telefonata tra il premier e il generale dei Carabinieri non c’è traccia nel fascicolo di Trani perché nè Berlusconi nè Gallitelli sono intercettati. Ma la notizia dello scambio di battute tra il Cavaliere e il generale dell’Arma si apprende da alcune telefonate di fine ottobre tra il premier e Giacarlo Innocenzi, il commissario dell’Agcom che nell’inchiesta di Trani è indagato per favoreggiamento. «Ho parlato con Gallitelli per la storia dell’esposto» gli spiega il Cavaliere. «Allora va bene, ti chiamerà lui». Effettivamente il giorno dopo Gallitelli chiama Innocenzi. La chiamata c’è. Quello che non c’è è l’esposto di Gallitelli che, stando ai fatti, non esaudisce il desiderio del presidente.

Nei giorni seguenti il premier continua il pressing su Innocenzi perché Annozero venga chiuso. Quando poi Santoro manda in onda la trasmissione sul caso Mills, Berlusconi va su tutte le furie e si attacca al telefono con Innocenzi. Lo chiama e lo riempie di insulti. Il commissario Agcom cerca di difendersi come può: «Sono anche andato da Calabrò incazzato come una biscia» cerca di giustificarsi. Ma il Cavaliere non si contiene. E chiede di fermare quantomeno la trasmissione del giovedì successivo: «Giovedì sera c’è il processo Spatuzza, voi non riuscite veramente a fare questa roba…». E’ un altro tormento per Innocenzi. Che ancora una volta però mette in moto la macchina contro Annozero. Tutto inutile.

Ancora una volta Innocenzi telefona a Masi. E si lamenta di come Berlusconi lo tratta. «Mi manda a quel paese ogni tre ore», confida al presidente Rai. «Mi insulta. Mi dice che l’Agcom si deve vergonare, che è una barzelletta». Masi raccoglie gli sfoghi e ogni volta prova ad aiutare l’amico vessato. Ma non intende scoprirsi senza motivo: o c’è la carta giusta, l’esposto, l’ordine dell’autorità giusta, oppure lui non fa niente.

Ma l’ira del Cavaliere è rivolta a tutti i talk show. In una conversazione con Innocenzi Berlusconi, infatti, ordina di “aprire il fuoco” «non solo su Santoro, apritelo su tutte le trasmissioni di questo tipo», dice. Innocenzi risponde: «Santoro continua a sbattersene, allora l’idea nostra è che da martedì, noi, cominciamo ad aprire il fuoco a tutto spiano».

Innocenzi continua a rappresentare al premier tutto quello che stanno facendo insieme al direttore della Rai, Mauro Masi, per bloccare Santoro. Berlusconi lo interrompe bruscamente e gli ripete: «Ecco, fammi finire, quello che adesso bisogna concertare è che l’azione vostra (di Innocenzi e di Masi ndr) sia un’azione che consenta alla Rai per dire “chiudiamo tutto”».

Innocenzi aggiorna sempre Berlusconi su quello che ha fatto e su quello che farà: «Guarda io ti dicevo che avevo fatto già una riunione con Gorla (cda della Rai), con Cosimo Ferri (magistrato del Csm) con Romani… Cosimo ha messo in piedi questo tipo di giuristi e lunedì io ho già detto al segretario generale, a Calabrò (presidente dell’Agcom) che i quattro nostri fanno subito una denuncia all’autorità e noi chiediamo l’apertura dell’istruttoria, non solo per l’aspetto specifico di Cosentino (sottosegretario del Pdl per il quale la magistratura aveva chiesto l’arresto per camorra, richiesta respinta dal Parlamento ndr) ma per tutto il seguito delle trasmissioni che abbiamo analizzato, quindi ormai è un crescendo continuo da parte sua (di Santoro ndr)». E Berlusconi punta a difendere Cosentino e dice ad Innocenzi: «Ecco è grave anche il fatto che facciano (ad Annozero ndr) un processo ad uno (Cosentino ndr), è gravissimo che qua non ci sia nessuno che lo difenda che quindi non ci possa essere nessun contraddittorio, è grave che facciano interpretare a degli attori delle cose che risalivano l’altro a dieci anni fa».

Minacce di morte a Berlusconi e Ghedini. Berlusconi non ha un attimo di tregua, informa Innocenzi di avere parlato con il direttore generale della Rai Masi «e con tutti i nostri uomini perché ho fatto uno studio sulle televisioni europee, non c’è nessuna televisione europea in cui ci sono questi pollai e allora perché noi dobbiamo avere queste fabbriche di fango e di odio. Sono dovuto stare un giorno chiuso a Palazzo Chigi, dormirci la sera prima e la sera dopo perché – rivela il premier ad Innocenzi – è venuto fuori che volevano farmi un attentato accostando una macchina alla mia nel percorso da casa mia a Palazzo Chigi… e oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un caricatore intero, che sarà per lui, per sua moglie, per sua sorella, per suo figlio, che sanno dove va a scuola suo figlio che sanno dove va a giocare e gli hanno praticamente rovinato la vita…». E allora, conclude Berlusconi «non si può piu vedere Di Pietro che fa quella faccia in televisione, alla Rai, perché queste trasmissioni fanno sì che la gente dica “io non pago più il canone perché non voglio che i miei soldi vadano a Santoro e Floris”».

Traferimento a Roma. Potrebbe essere trasferita a breve a Roma, ma non si sa ancora in quale sede, nel giro di pochi giorni, anche entro questa settimana, una parte dell’inchiesta Rai-Agcom, quella che riguarda la posizione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo si apprende dall’Ansa.

Agcom. L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha intanto deciso all’unanimità di chiedere al Comitato etico di esprimere il suo parere sul caso di Giancarlo Innocenzi.