Rai-Agcom, Napolitano: “No a contrapposizioni fuorvianti”

Pubblicato il 17 Marzo 2010 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, entra nel merito delle polemiche legate alla inchiesta di Trani e chiede meno contrapposizioni. «E’ altamente auspicabile – dice – che in un periodo di particolari tensioni politiche qual è quello della campagna per le elezioni regionali, si evitino drammatizzazioni e contrapposizioni, come sempre fuorvianti, sul piano istituzionale».

Vanno «rispettate (in tutti i casi, compreso quello oggi all’attenzione dell’opinione pubblica) – aggiunge – l’autonomia delle indagini e l’autonomia degli interventi ispettivi disposti dal ministro della Giustizia nei limiti dei suoi poteri».

«Come recita lo stesso regolamento del Csm – prosegue il Capo dello Stato, nonché presidente del Csm – quest’ultimo può prendere in esame “le relazioni conclusive delle inchieste amministrative eseguite dall’Ispettorato generale presso il ministero della Giustizia”, e non pronunciarsi preventivamente sullo svolgimento di dette inchieste».

A loro volta, sottolinea Napolitano, le ispezioni del ministero «non possono interferire nell’attività di indagine di qualsiasi Procura, esistendo nell’ordinamento i rimedi opportuni nei confronti di eventuali violazioni compiute dai magistrati titolari dei procedimenti».

Alfano. Le parole del Capo dello Stato piacciono al Guardasigilli, Angelino Alfano.  «Il presidente della Repubblica si é ancora una volta confermato il più alto presidio di equilibrio e di buon senso», commenta il ministro.

Secondo il Guardasigilli, l’intervento del Csm sull’invio degli ispettori ministeriali “é stato veramente un fuor d’opera” che “viola gravemente il principio di leale collaborazione”.

«Non voglio neanche immaginare cosa sarebbe questo Csm – afferma Alfano – senza la presidenza del capo dello Stato Napolitano. Perché è sotto gli occhi di tutti lo scivolone clamoroso preso da questo Csm che si è fatto governare da alcuni capi-corrente in campagna elettorale, aprendo così un conflitto con il buon senso e, a tratti, con il senso del ridicolo».

Alfano si riferisce, in particolare, alle dichiarazioni del procuratore capo di Trani e del sostituto in merito all’inchiesta in cui è indagato il premier Silvio Berlusconi: entrambi i magistrati «hanno avuto modo di incontrare gli ispettori; con grande chiarezza – sottolinea Alfano – avevamo detto che mai e poi mai avremmo voluto, potuto o dovuto interferire con le indagini. Non era nostro intendimento e volontà». Perciò – conclude il guardasigilli – è stato «veramente un fuor d’opera quello del Csm che viola gravemente il principio di leale collaborazione» tra le istituzioni.

Procuratore capo. Intanto, il procuratore della Procura di Trani, Carlo Maria Capristo, fa sapere che l’audizione di martedì con gli ispettori del ministero si è svolta in un clima di «leale collaborazione». «Leale – ha spiegato visibilmente irritato il procuratore – significa rispetto delle regole da parte di tutti». I cronisti hanno anche avvicinato al suo arrivo il pm titolare dell’inchiesta Michele Ruggiero, il quale ha ribadito come agli 007 inviati da Roma non sia stato dato alcun documento dell’inchiesta. «Tutto quello che gli indagati non possono conoscere, non lo possono conoscere nemmeno gli ispettori, questo è il segreto investigativo che vale sia per gli indagati che per gli ispettori».