Le Regioni piangono miseria: lite tra governatori e la Lega

Pubblicato il 12 Agosto 2011 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 12 AGO – Gli enti locali piangono miseria e si lamentano col governo: la manovra, secondo loro, incide troppo sugli effetti del federalismo fiscale, togliendo loro fondi. E si accende lo scontro con l’esecutivo. Il governatore lombardo Formigoni comincia:  ”Con i tagli che il governo ci ha proposto oggi possiamo dire ufficialmente che il federalismo fiscale e’ morto”. La replica del ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli: “Formigoni sbaglia”. E poi, a seguire, anche il leader leghista Umberto Bossi in versione rassicurante: “Gli enti locali non devono avere paura, la manovra non tocca il federalismo”

Formigoni si è detto stupito delle parole di Calderoli e ha aggiunto che ”la sua impossibilita’ di entrare nel merito delle mie affermazioni ne dimostra l’assoluta veridicita”’. ”E’ solo nei confronti delle Regioni – spiega – che il Governo nel 2010 ha fatto la scelta sbagliata di azzerare 4,5 miliardi di euro che erano ancora presenti nel bilancio dello Stato mentre non ha operato identica scelta per Comuni e Province”.

Ma il governatore lombardo aveva spiegato: ”Il federalismo fiscale era gia’ stato affossato dalla manovra di luglio”. E poi: ”Abbiamo chiesto conferma al governo dell’accordo sui fondi Fas, ma non ci e’ stata data alcuna conferma. Tremonti ha risposto che ‘la cosa e’ in discussione’, mettendo in dubbio la parte della difesa del suolo, dicendo che ‘non siamo in grado di garantire questa parte’ ”.

”Noi abbiamo fatto presente che l’accordo doloroso sui Fas e’ stato raggiunto solo 15 giorni fa dopo mesi e mesi di trattative”, ha continuato Formigoni parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi. ”E’ inaccettabile che siano rimessi in discussione anche gli stanziamenti per la difesa del suolo e la contrapposizione al rischio idrogeologico”.

A dare manforte al presidente della Regione Lombardia anche i rappresentanti di Comuni e Province, che hanno manifestato il proprio dissenso dalle linee governative.