Renzi: “Bersani s’è fatto umiliare da M5S. Patto col Pdl o voto”

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 08:24| Aggiornato il 11 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Matteo Renzi parte con la sua offensiva: “Bersani s’è fatto umiliare da M5S. Patto col Pdl o voto”. In un’intervista al Corriere della Sera, il sindaco di Firenze rompe gli indugi. La tregua che era stata siglata dopo le primarie dello scorso autunno è ormai saltata. Pierluigi Bersani a giudizio di Renzi ha deciso di “surgelarsi” dopo la “non-vittoria” alle ultime elezioni. La nuova corsa per la premiership sembra allora riaprirsi: “Io mi voglio candidare”. 

Ma cosa dovrebbe fare il Pd? Un governo con il Pdl, o no? Chiede Aldo Cazzullo a Matteo Renzi. La risposta del sindaco di Firenze è chiara e suona come una sorta di ultimatum:

“Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti. Non è possibile che il noto giurista Migliavacca un giorno proponga ai grillini di votare insieme la richiesta di arresto per Berlusconi, che tra l’altro non è neanche arrivata, e il giorno dopo offra al Pdl la presidenza della convenzione per riscrivere la Carta costituzionale. I” un momento si vagheggia Berlusconi in manette, in un altro ci si incontra di nascosto con Verdini. Non si può stare così, in mezzo al guado. Io ho tutto l’interesse a votare subito. Ma l’importante è decidersi».

Se si torna a votare subito con Bersani candidato premier, lei che fa? 

«Guardi, non nego che fino a qualche settimana fa la mia valutazione passava dal capire cosa potevo fare da grande. Ma in questo momento è secondario quel che fa Renzi o quel che fa Bersani. Qui c’è una crisi talmente profonda che una sola cosa conta davvero: quel che fa l’Italia. Io parlo contro il mio interesse. In tanti mi dicono: “Matteo stai buono, non fare interviste, stai zitto, tanto la prossima volta tocca a te”. Ma io non ragiono in questo modo. Non voglio stare buono così qualcosa mi tocca. Non voglio essere cooptato da altri. Non voglio essere l’ultimo di quelli che c’erano prima. Semmai vorrei essere il primo di una fase nuova. E mi stupisco quando sento dire da alcuni dei nostri: “Non possiamo fare questa cosa perché gli italiani non ci capirebbero”. Non sono gli italiani che non ci capiscono; siamo noi che non capiamo loro. Come se gli italiani fossero meno capaci di noi di intendere o di volere….».

Quindi il Pd secondo lei dovrebbe fare un accordo con Berlusconi. 

«Non necessariamente. Deve smettere di fare melina. Non parto dall’accordo con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere idee chiare. O si va a votare, e la cosa non mi spaventa; anche se, ad andare in Parlamento, non trovi un deputato convinto in cuor suo che si debbano sciogliere le Camere, per quanto nessuno abbia il coraggio di dirlo fuori. Altrimenti si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica. Qui invece si punta a prendere tempo e a eleggere un capo dello Stato che ci dia più facilmente l’incarico di fare il nuovo governo».

Lei chi vedrebbe al Quirinale? 
«Si figuri se mi metto a fare dei nomi. L’importante è che sia una personalità autorevole, scelta pensando ai prossimi 7 anni, non alle prossime 7 settimane».