Rifiuti Napoli, condannati Bassolino e Iervolino: multe da 560mila euro

Pubblicato il 28 Febbraio 2013 - 16:09| Aggiornato il 16 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Più di mezzo milione di euro di multa a testa per non aver impedito l’emergenza rifiuti a Napoli. Arriva dalla Corte dei Conti  la condanna agli ex sindaci Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e all’ex assessore e neodeputato Massimo Paolucci.   Oltre a loro sono stati condannati altri tre amministratori: in totale dovranno risarcire  5.608.935,35 euro.

La vicenda è quella dei 362 lavoratori dell’Ente di bacino n.5, il cui territorio coincide con quello del Comune di Napoli. Bassolino,  Iervolino, Paolucci, l’ex vicesindaco Riccardo Marone e l’ex assessore Ferdinando Balzamo dovranno versare 560.893,53 euro cadauno. Più  consistente la somma che dovranno sborsare gli ex assessori Ferdinando Di Mezza e Gennaro Mola, le cui responsabilità sono state ritenute maggiori: 1.402.233,83 euro.

La sentenza è stata emessa dal collegio composto da Fiorenzo Santoro (presidente), Rossella Cassaneti (consigliere) e Nicola Ruggiero (relatore). La Procura contabile è stata rappresentata dal vice procuratore generale Antonio Buccarelli. Pur disponendo di tanta manodopera da destinare alla raccolta dei rifiuti, 362 lavoratori, il Comune di Napoli, ritengono i giudici contabili, preferì fondare una società ad hoc, l’Asia, continuandoli a pagare inutilmente.

Alcuni di questi lavoratori furono impiegati per la raccolta differenziata della carta prodotta dai soli negozi, ma disponevano di appena 50 mezzi, peraltro mal funzionanti, su ciascuno dei quali potevano trovare posto al massimo tre persone: in tutto 150 su un totale di 362. L’Ente di bacino fu di fato incorporato nella struttura burocratica del Comune; la sua gestione fu ”connotata da evidenti profili di diseconomicità ed inefficienza, il cui aspetto piu’ eclatante e’ risultata la ridotta utilizzazione dell’ampia forza lavoro potenzialmente disponibile”.