Propaganda Fide, le più belle case di Roma sono del Vaticano: gli interessi di Balducci e Anemone

Pubblicato il 16 Maggio 2010 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA

Il centro di Roma è nelle mani del Vaticano. E non è una metafora. Tutto il centro storico della Capitale – al di là delle sedi extraterritoriali – conta vaste proprietà immobiliari della Santa Sede che fanno capo sia alla Congregazione di Propaganda Fide sia all’Apsa, il patrimonio della Sede Apostolica.

È però soprattutto la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, una delle nove congregazioni della Curia romana, alla latina Propaganda Fide, ad avere proprietà di grande pregio concentrate nel quadrilatero più ambito della città, valutato, al netto delle rivalutazioni di mercato, intorno ai 9 miliardi di euro.

Legati alla Propaganda Fide e ai suoi immobili, ci sono due nomi molto noti in questi giorni: quello di Angelo Balducci, consultore della Congregazione fino al 10 marzo scorso, e quello del costruttore Diego Anemone, che di molte case e palazzi della Congregazione ha gestito la manutenzione.

A mettere in moto una gestione più ‘economica’ e lucrosa degli immobili papalini sono state la fine del regime dell’equo canone e i lavori per il grande Giubileo del 2000. Tutto avviene quando Crescenzio Sepe, Segretario generale dell’Anno Santo, viene nominato Prefetto di Propaganda Fide, cioè «papa rosso»: rosso perché cardinale, e papa perché ha potere sulle terre di missione, in sostanza sulle Chiese dell’Africa e dell’Asia.

Per gli immobili, a partire dall’inizio del millennio, vengono perseguite due strategie: vengono eseguiti sfratti “per finita locazione” ai vecchi inquilini che abitavano in case che avevano bisogno di importanti opere di ristrutturazione, con “cause intentate dagli inquilini contro gli sfratti”, secondo quanto afferma Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, “perché non sono avvenuti per morosità”.

C’è stata poi la messa a reddito con la collocazione degli immobili, spesso a vip, magari dopo le ristrutturazioni effettuate delle aziende di Diego Anemone. Del resto, numerosi palazzi di Propaganda Fide si “irradiano a raggiera” da piazza di Spagna per via di Propaganda, via della Vite, via Gregoriana, via Sistina, via Condotti, la salita di San Sebastianello, via Sant’Andrea delle Fratte, via della Mercede.

Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5 ha spiegato cosa è successo nel suo caso: “Sono affittuaria dell’appartamento in via della Vite dal 2003. L’appartamento è di proprietà di Propaganda Fide, pertanto i lavori di ristrutturazione non sono stati commissionati dalla sottoscritta, ma dall’ente, prima del mio ingresso”.

Stessa situazione per l’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio che vive in via Sistina. Altri immobili sono stati venduti, come quello di via dei Prefetti, all’ex ministro Lunardi.

Con l’arrivo di papa Ratzinger, però, Propaganda Fide ha subìto una brusca virata. Nel 2006 è stato nominato “papa rosso” l’arcivescovo di Bombay, Ivan Dias, lontano dai “giri romani”.