Caso Ruby, i pm: rito immediato per Berlusconi. “Evidenza delle prove, la competenza è nostra”

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alla fine la richiesta è arrivata: i pm di Milano hanno chiesto al Giudice per le indagini preliminari il giudizio immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi sul ‘caso Ruby’. La Procura ha avanzato la richiesta, supportata da 782 pagine di incartamenti, per entrambi i reati contestati al premier: concussione (per la telefonata in Questura il 29 maggio) e per sfruttamento della prostituzione minorile (per Ruby). E’ stato chiesto il rito immediato perché i pm sostengono che per Berlusconi ”sussista l’evidenza della prova”. Lo si legge in un comunicato firmato dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.

La procura di Milano, invece, non chiederà l’autorizzazione alla Camera per alcune telefonate intercettate nel caso Ruby nelle quali parla Silvio Berlusconi. Come ha spiegato Bruti Liberati la richiesta non verrà avanzata in quanto tali conversazioni sono ‘irrilevanti ai fini dell’inchiesta’.

Pm: “La competenza è nostra”. Oltre alla richiesta di giudizio immediato per il premier i pm di Milano, invece, hanno inviato al gip una memoria in cui ritengono non sussistere l’ipotesi ”di reato ministeriale”. Con questa memoria, in pratica, i giudici sottolineano di non tenere conto del voto dell’Aula con il quale il Parlamento ha rispedito gli incartamenti alla Procura, sostenendo che il caso dovesse essere trattato dal Tribunale dei ministri, riguardando il Presidente del Consiglio. I giudici di Milano, però, sostengono che la competenza è loro in quanto i presunti reati sarebbero stati commessi da Berlusconi non nello svolgimento delle proprie funzioni pubbliche, bensì in un contesto privato.

La procura di Milano nel sostenere che, per quanto riguarda il reato di concussione contestato a Silvio Berlusconi, ”non sussista la ipotesi del reato ministeriale”, ritiene che il premier abbia agito ”con abuso della sua qualità e non nell’esercizio delle sue funzioni”. Edmondo Bruti Liberati ha precisato che i pm ”non sono vincolati al dispositivo” con cui la Camera ha respinto la richiesta inoltrata tempo fa di perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, fiduciario del Capo del Governo. ”Le motivazioni della Camera non sono vincolanti – ha ripetuto Bruti – ma le abbiamo esaminate”.

Bruti Liberati: niente indagine in comune con Napoli. Nel frattempo, sulla scia dell’inchiesta della Procura di Napoli su un giro di squillo, sono in corso perquisizioni nell’abitazione milanese della soubrette Sara Tommasi, frequentatrice delle feste nelle residenze del premier, e di altre persone ritenute coinvolte. Il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, però, ha specificato che ”mon ci sarà alcuna attività di indagine in comune con la procura di Napoli”. Il magistrato ha precisato che al momento i pm milanesi non hanno ”ne’ richiesto ne’ inviato alcun atto” ai colleghi napoletani che stanno conducendo l’inchiesta con al centro la stralette Sara Tommasi.

Per arrivare al rito immediato, i pm di Milano martedì hanno stralciato la posizione di Berlusconi, ovvero l’hanno “isolata” rispetto a quella degli altri indagati nel ‘caso Ruby’: Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede. Spetterà al Gip accettare o meno tale richiesta.

L’iter del rito immediato, decisione entro cinque giorni. Sulla richiesta di rito immediato per Silvio Berlusconi dovrà ora decidere il Gip di Milano Cristina Di Censo che ha, secondo il codice, cinque giorni di tempo per emettere il suo provvedimento. Un termine che però, come ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati non è ”ordinatorio” e perentorio. Secondo quanto previsto dal Codice di procedura penale, il giudice emetterà il suo provvedimento senza dover celebrare un’udienza in contradditorio tra le parti (inaudita altera parte). In questa fase e fino alla decisione del giudice, che non sarà motivata, le difese non potranno avere copia degli atti inviati dalla Procura. Potranno invece prendere gli atti dopo che il giudice avrà deciso se mandare o meno a processo il premier.

Manifestanti davanti al Tribunale di Milano. Davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, intanto, si sono radunati un centinaio di sostenitori del premier per esprimergli solidarietà. I manifestanti espongono striscioni che invitano Berlusconi a resistere e attaccano “chi vorrebbe farlo cadere politicamente usando la magistratura”.